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348. Francesco Sforza a Francesco Capra 1452 aprile 4 Milano

Francesco Sforza loda il famigliare Francesco della Capra per i suggerimenti che gli dà. Ma intende soffermarsi sulla sua insistita richiesta di denaro, dal momento che sa bene di quale penuria di denaro il duca soffra e quanti pagamenti ha da fare. Si ricordi delle tasse di cui, proprio lui, Francesco, beneficia per i ventiquattro cavalli. Per quel che riguarda i fanti, dirà a Giovanni dalla Noce di far restare i suoi. Bernabò è ritornato ben soddisfatto, e sono pure ritornati quelli di Giovanni Filippo e, grazie a loro, si eviterà che le vettovaglie vadano alla Preda. Se Michele Verro arriverà con gli ambasciatori del re di Tunisi, avrà buona accoglienza. Avverte Francesco che gli fa avere la lettera di passo per Giorgio Spinola.

Nobili familiari nostro dilecto Francisco della Capra.
Havimo recevuto molte toe littere continente più parte, et intesi li accordi et li advisi quali tu ne day cum singulare diligentia et vigilantia, molto te ne commendiamo. Ma perché in ogni toalittera tu ne rechiedi per la principale cosa succurso ed adiuto de dinari, allegando tu non gli potere più stare, ne è parso pur responderte una volta in questa materia, et dicimo cossì che, siando tu quello che te reputiamo, non ne pare che tu ne dovesti tanto infestare de questo, conoscendo tu la penuria havemo del denaro et li spazamenti havimo a fare; et voressimo che tu te ricordasse qualche fiata delle taxe che tu hay per vintiquattro cavalli, che è pur qualche cosa. Et questo dicimo, non perché non te vogliamo sustentare et mantenire volontera, ma perché tu te soferisse uno pocho et (a) adaptati al tempo. Alla parte deli fanti, noy farimo dire a misser Iohanne della Nuce che faza,che facia restare li suoy, et cussì credimo farà. Bernabò è ritornato in là informato et spazato bene de quanto bisogna. Quelli del magnifico domino Iohanne Filippo sonno etiandio ritornati là, per la ritornata delli quali se provederà che victualie non andarano alla Preda, et cetera. Se Michele [ 111r] Verro venirà qua cum li ambassatori del re de Tunesi, como tu ne scrivi, gli farimo fare bona recoglientia segondo il tuo ricordo. Te mandiamo ultra ciò lalittera de passo per misser Zorzo Spinola. Misser Zohanne della Noce scrive per le alligate alli suoy che omnimo stiano, et cossì credimo farà. Tu, autem, isto interim li poteray confortare et anche in quello che tu potray adiutare perché stiano fin ad tanto che gli provederimo, como è nostra intentione, et presto, et anche provederimo a ti, et non credere, per quanto havimo sopradicto, che nol vogliamo fare volontera, che certo il farimo. Siché attendi pur a quelle cose cum quella fede et diligentia che sey usato fare. Ex Mediolano, die iiii aprilis1452.
Ser Iacobus.
Cichus.


(a) Segue te depennato.