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386. Francesco Sforza a Giovanni da Alessandria e ad Antonio Guidobono 1452 aprile 21 Milano

Francesco Sforza risponde a Giovanni da Alessandria e ad Antonio Guidobono dicendo d'essere soddisfatto per quanto ha riferito in merito alla commissione affidatagli. Aggiunge d'essere contento di quanto entrambi hanno fatto con il doge e con il capitano. Attende di conoscere il seguito con il ritorno di Leonardo e le decisioni che il doge e i cittadini intendono prendere. Li informa che la mattina seguente manderà uno dei suoi uomini per la liberazione di Gregorio Doria, ed esattamente per sapere quanto si deve pagare per lui. Provvederà pure a mandare per la praticha della Preda. Lo Sforza apprezza che il doge e i cittadini siano rimasti contenti dei capitoli della lega; assicura che sia lui che i Fiorentini sono disponibili a fare nuovi capitoli per precisare le loro intenzioni, e assicurarli che né da Firenze né da Milano si farà in modo che i Francesi abbiano lo stato di Genova.

[ 125v] Domine Iohanni de Alexandria et Antonio de Guidobonis Ianue.
Respondendo a più vostre littere de dì xvi, xvii, xviii del presente, et primo a quanto tu, Antonio, ha referito là per nostra parte secondo la commissione nostra, dicemo che del tucto remanemo a pieno advisati et ne piace quanto havete exequito tanto con quello illustre signore duxe quanto con lo capitaneo. Aspectiamo essere advisati da vuy de quello serà sequito là per la retornata deleonardo et della deliberatione che haverano facta esso duxe et quelli magnifici citadini alle cose che se hanno da fare come haveti inteso.
Della venuta del capitaneo, havimo inteso quello scriveti, volimo che ne advisati quando delibera (a) venire qui da nuy et del dì ch'el se ritrovarà qui adciò possamo fare provedere ad quello che bisogna et cum quanta gente venirà.
Alla altra parte ti advisamo che nuy domatina mandamo uno delli nostri per laliberatione de Gregorio Doria, ma con possanza de fare la promessa de quelli denari che se hanno a pagare per luy et vederimo ancora de mandare per la praticha della Preda per redure quella cosa a qualche bono effecto; et dal canto nostro non mancharemo in cosa alcuna, como havimo facto per lo passato.
De quanto haveti dicto dellaligha de Franza et della copia che haveti monstrata delli capituli che quelli signore duxe et magnifici citadini ne sonno remasti contenti et satisfacti et puoy dellalittera nostra, ne piace et ultra ciò ve dicimo [ 126r] che se lo prefato duxe et citadini non stano bene chiari in lo animo loro de dictaligha, nuy se offerimo de refare novi capituli cum loro delaligha facta fra essi signori Fiorentini et nuy, adcioché in lo animo loro siano bene chiari et hedificati della perfecta nostra intentione et volontà verso loro; et cossì quando accadesse ne poreti chiarire ogniuno et ad questi siamo certi che niuno porà contradire perché degono essere certissimi quelli signori duxe et citadini che nuy pensamo molto bene che per quella magnifica communità né per la excelsa communità de Fiorenza, né ancora per nuy, né per li nostri figlioli non se fa che Franzosi habiano lo stato de Zenova, nì cosa alcuna dal canto de qua per la condictione loro. Pur nondimeno vogliati porigere questa cosa per quello modo ve parerà, ma taliter che non ce daesse caricho né imputatione alcuna presso lo re de Franza et certificarli molto bene ch'el non se fa per nuy havere sì facti vicini, ma con quella honestà che vi parerà.
De Iohanne Filippo havimo inteso quello scriveti: nuy ve advisamo (b) che è stato qui da nuy maestro Donino in nome suo, al quale havimo parlato assay circha questo facto et ch'el confortò dicto misser Iohanne Filippo per nostra parte ad havere bona intelligentia cum quello signore duxe; et circha questo gli havimo mandato a dire assay siché dal canto nostro non mancaremo in cosa alcuna che misser Iohanne Filippo sia in bona intelligentia et ben hedificato cum luy.
Ulterius volimo dicati a magistro Francisco Biancho che soliciti venire presto con quella polvere et biombo, como gli scrivemo per l'alligata. Data Mediolani, die xxi aprilis 1452, hora tertia noctis.
Persanctes.
Cichus.


(a) In A deliberara con ra finale depennato.
(b) nuy ve advisamo ripetuto.