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387. Francesco Sforza a Giovanni da Alessandria e ad Antonio Guidobono 1452 aprile 21 Milano

Francesco Sforza comunica a Giovanni da Alessandria e ad Antonio Guidobono che, per aver lui mostrato l'intenzione di mettere in casa i marchesi di Villafranca, sia il doge che il capitano hanno fatto pervenire al commissario di Pontremoli altre lettere al di là di quelle di cui hanno avute la copia. Il che gli fa supporre che le cose stiano diversamente da come gliele ha prospettate Giovanni. Vuole che gli sappiano dire da chi provenivano le citate lettere e manifesta loro che il suo progetto è di togliere quelle terre a Galeotto Campofregoso, sbarazzandosi di lui, qualora vi si opponesse, essendo il duca determinato a che i predetti marchesi ritornino in possesso di quelle terre. Gli facciano sapere quali sono le intenzioni del doge e del capitano.

[ 126v] Domino Iohanni de Alexandria et Antonio de Guidobonis Ianue.
Per certa demonstratione havemo facta de volere mettere in (a) casali marchexi de Villafrancha, ne pare che l'illustre signore duxe (b) et magnifico capitaneo de questa città habiano scripto al nostro commissario de Pontremulo, ultrale littere, delle quali haveti havuto la copia, alla recevuta de questale littere (c) incluse. Del che ne maravigliamo, perché ne pare sia tucto il contrario de quello scrivesti vuy, misser Zohanne, per parte del prefato signore duxe. Pertanto volimo curate intendere se queste littere sonno procedute de mente loro, overo per importunità d'altri, et poy del tucto ne advisate, avisandove che nostra intentione è Galeotto da Campofregoso non tenga più dicte terre, et quando volesse fare dal gagliardo et non lassarle, forsi gli porria essere tagliato a pezo dentro. Siché vogliati havere la mente delli prelibati duxe et capitaneo et avisarne presto, et remandatene dicte incluse littere avisandove, dicano quello che se vogliano, che nostra intentione è de reacquistare le terre tene el dicto Galeotto et farle rehavere alli dicti marchexi. Et cossì li porreti chiarire l'argomento de questo. Data Mediolani, die xxi aprilis 1452.
Marchus.
Cichus.


(a) segue le depennato.
(b) segue de depennato.
(c) segue in depennato.