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393. Francesco Sforza al podestà e agli Anziani di Novara e a Giovanni da Pietrasanta 1452 aprile 22 Milano

Francesco Sforza ricorda al podestà e agli Anziani di Novara di aver imposto la mezza tassa del sale in ragione di quattro lire a staio per un ammontare di 1150 staia. Ha saputo che alla raccolta di tale tassa si procede indolentemente. Non potendo sopportare che, per mancanza di danaro, ne venga danno, dispone che, persistendo difficoltà nel raccoglierlo, si ripartisca la somma carente per le parochie tra boni et exigibili debitori in modo che la Camera ducale abbia il dovuto. Altre lettere dello stesso contenuto con dovute varianti furono mandate a Giovanni da Pietrasanta, collaterale in Novara.

[ 128v] Nobili et prudentibus viris potestati nostro Novarie necnon Ancianis nostre comunitatis ibi.
Vuy sapiti che ad contemplatione de quella nostra comunità havemo facto levare et deponere le additione imposte soprali datii de quella nostra cità del'ano presente, cum questo che alla Camera nostra ella dovesse pagare li denari de meza taxa de sale a rasone delibre quatro per caduno staro, che monta stara mcl. Et como intendiamo, pare che in la exactione d'essi dinari se proceda molto tepidamente, non recognoscendo el beneficio della remissione delle dicte additione. Dil che se maravigliamo, perché, havendo nuy uxato liberalitate verso la dicta communità, debieno hora quelli nostri citadini volere che per manchamento d'essi dinari supportiamo disconzo et danno in le nostre cosse importante alle quale havemo deputato essi dinari. Pertanto volemo che provediate per ogni modo ch'el pagamento della predicta meza taxa, overo tucto quelo che resta senza dimora alcuna, et rimosta ogni (a) contradictione, sia scosso interamente. Et si per difecto de alcune male page et inexigibile, el dinaro rimanisse impedito, fatili compartire per le parochie tra boni et exigibili debitori in modo che subito la Camera nostra habia el debito suo. Et in questo deportativi in tal forma et fati tale diligentia che non intervengha fallo alcuno, et nuy del dinaro presto se possiamo adiutare, altramente se renderevemo malcontenti de vuy, et ultra de ciò, forse che un'altra volta non ne trovarissive alli piaceri della dicta communità cossì prompti et inclinevoli como haviti facto sempre. Data Mediolani, xxii aprilis 1452.
Cichus.
Alie littere in eadem forma suprascripta, mutatis mutandis, nobili dilecto nostro Iohanni de Petrasancta, collaterali in Novaria.


(a) Segue exceptione depennato.