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419. Francesco Sforza a Francesco Lampugnani 1452 (aprile) 28 Milano

Francesco Sforza scrive al cameriere ducale Francesco Lampugnani, che la risposta datagli da Filippo Spinola in merito a quanto gli ha riferito per il fatto di Gregorio Doria e alle faccende per cui l'ha mandato là, ha tutto il sapore di una beffa. Gli faccia sapere che avverrà che lui chieda ancora di Francesco, ma non gli sarà consentito di andare e ogni suo pentimento sarà vano.

Nobili viro Francisco de Lampugnano, camerario nostro dilecto.
Havimo inteso la risposta te ha facto Filippo (a) Spinola ad quanto gli hay referito per nostra parte circalo facto de Gregorio Doria et alle altre cose per le quale te mandassemo da luy. Dicemo che ne pare che luy faza pocho stima de noy, et quodammodo se ne faza beffe. Et perché volimo gli dichi che, volendo venire alle conclusione, te diximo ch'el faza presto, caso che non volimo, subito te ne ritorni et non dimorare niente più lì, ma volemo bene gli dichi che credemo lo facto suo se redurà ad tale termino ch'el haverà bisogno et mandarà ancora per ti, et non gli seray lassato andare, et lo pentire suo non gli giovarà, perché non serà stato ad hora. Data Mediolani, xxviii [aprilis] 1452.
Cichus.
Cichus.


(a) Filippo in interlinea.