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432. Francesco Sforza ai marchesi di Incisa 1452 maggio 3 Milano

Francesco Sforza dice ai marchesi di Incisa di aver preso atto dei danni e degli oltraggi loro fatti dalle genti del marchese e di Guglielmo di Monferrato. Li assicura di aver scritto più volte a quei signori perché intervenissero ad evitare le offese recate dai loro sudditi agli uomini dei marchesi di Incisa. Provvederà che non siano più oltraggiati da nessuno.

Magnificis carissimis nostris marchionibus Incisie.
Magnifici dilectissimi nostri, per le vostre letre, maxime per quella de dì xxviii del pasato, restamo advisati deli danni et oltrazii ve sonno facti per le gente del marchexe et signore Guielmo de Monferrato, de che havemo havuto grandissimo despiacere; et ne retrorna non mancho contenti di questo, como se fosse facto ad nuy proprii. Nuy havemo più volte scrito et mandato a dire al marchexe et al signore Guielmo che vollessero providere che le gente loro non danezaserro li homini et cosse vostre, dandogli a vedere che quello rencrescimento era facto ad vuy et ali homini vostri tenevamo fosse facto ad nuy proprii, né deliberavamo comportarlo, pur intendendo lo acto hanno facto ad Cerreto. Deliberamo de novo scriverli o mandargli ad dolersi de questo facto, ita che non dubitamo per l'advenire non haveriti danno né rencressimento, ma ve confortamo ad stare de bona volgia, perché nuy in brevi ve farrimo sentire cosse che ve piaceranno et provideremo per modo non sarreti dannezati né oltrezati da nisuno. Data Mediolani, die iii maii 1452.
Per Zanetum.
Cichus.