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470. Francesco Sforza a Giovanni Filippo Fieschi 1452 maggio 11 Milano

Francesco Sforza dà atto a Giovanni Filippo Fieschi di essere stato ben informato dalle sue lettere dei comportamenti del doge verso di lui e di come lui gli abbia risposto. Sua massima soddisfazione sarebbe se vi fosse tra lui e il doge sincera amicizia. Tenuto fermo quanto premesso, gli comunica di averne parlato con Battista Fieschi, cavaliere di San Giovanni. Lo sollecita a non cambiare il suo atteggiamento con il doge. Si dice in attesa di Donnino, che rimanderà, non appena l'avrà sentito, del tutto aggiornato su quanto è successo di qua dal Po.

Domino Iohanni Filippo de Flischo.
Havimo veduto quanto la magnicentia vostra ne ha scripto per doe soe littere delli modi che ha tenuti verso vuy lo illustre signore misser lo duxe de Zenoa et de quello haveti facto vuy dal canto vostro. Dicimo che del tucto remanimo a compimento advisati. Et per respondere breviter, ve dicemo che receveressimo grande piacere et consolatione che frala signoria soa et la magnificentia vostra fosse bona et sincera amicitia et fraternità, como è lo desyderio et apetito nostro per bene et acconcio delle cose dellà et de qua, pur desyderando che fra vuy sia bono amore, como havimo dicto, havimo conferito quanto ne accade con lo venerabile domino Baptista de Fiesco, cavalero de San Zohanne, secondo [ 152v] la magnificienza vostra intenderà da luy apieno. Siché in questo mezo intendereti quanto havimo dicto aluy, ve pregamo et confortamo che vogliati stare como stati et non fare altra mutatione verso lo prefato signore duxe. Et ultra ciò aspectamo de dì in dì ser Donino, quale, inteso che haverimo, remandarimo, informato de ogni cosa successa de qua de Po, lo rasonamento havuto cum lo dicto misser Baptista. Data Mediolani, die xi maii 1452.
Persanctes.
Cichus.