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486. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 maggio 16 Lodi Vecchio

Francesco Sforza risponde a quanto gli ha scritto il fratello Corrado Sforza Fogliani, luogotenente di Alessandria, e a quanto gli ha riferito Franceschino Inviciato. Siccome radunare tutti insieme quei soldati tornerebbe di grande danno ai sudditi, vuole che essi vengano divisi e alloggiati in posti diversi ma vicini in modo che, occorrendo, si abbiano tutti in un'ora. Bartolomeo da Messina, Bartolomeo da Bologna e Giacomo da Civitanova, conestabili, devono già essere giunti alla destinazione loro assegnata, e quindi Corrado eseguirà quanto gli è stato detto. Moretto non deve muoversi per curare gli spostamenti di Guglielmo. Di Giovanni Ghiappano gli parlerà diffusamente in un altro scritto. Gli raccomanda di essere attento, lo avvisi di ogni novità in particolare su Guglielmo.

[ 157r] Magnifico germano nostro carissimo Conrado de Foliano, locumtenenti Alexandrie.
Conrado, habiamo recevuto le tue lettere de di xiiii del presente, et inteso quanto ne scrivi et anche quanto per parte toa ne ha referto el strenuo Francischino Inviciato. Al che, respondendo, te dicimo perché lo unire di quelle gente insieme faria troppo grande danno a quelli nostri subditi, siamo contenti che le dividi et le faci allozare per li lochi et ville circumstante et più vicini che se pò per modo che, accadendo il bixogno, li possi havere tuti al servitio infra un'hora, admonendole che se deportano bene et humanamente verso li nostri subditi et che se abstengano de fargli danno, et sopa ciò habiamo chiaritala mente nostra al dicto Francischino, al quale crederay quanto a nuy medesimi. Ala parte deli fanti te dicimo che Bartholomeo da Missina et Bartholomeo da Bologna et Iacomo da Civita, conestabili, sonno inviati et credemo che horamay debiano essere gionti là. Como serano là, exequiray como per l'altre nostre hay inteso. Ala parte de domino Moreto, te dicimo che noy habiamo facto restare esso domino Moreto perché vogliamo revocare el venire suo là, mal'habiamo facto restare et soprasedere perché intendese deli progressi del signore Guilelmo. Dele fantarie te le mandarimo fin al numero ordinato. Ala parte de Giovanne Giappano, per un'altra nostra te responderimo a compimento. Charichamote insuper ad essere solicito et pervigilie, como siamo però certi sey, ad provedere ad tute quelle cose che tepareranno bisognare, et cossì ad intendere deli modi et progressi d'esso signore Guillielmo, dele quali ne teneray per le toe continuamente avisati. Data in Laude Veteri, die xvi maii1452.
Bonifatius.
Iohannes.