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490. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 maggio 20 Lodi Vecchio

Francesco Sforza dice a Corrado Sforza Fogliani di essere stupito per i pochi fanti ricevuti da Bartolomeo da Bologna e Bartolomeo da Messina, e sollecita l'arrivo di altri. Giacomo da Civitanova, conestabile al presente a Vigevano, quando arriverà con i suoi fanti, sarà messo nella cittadella e manderà al duca i provisionati. Perché i Veneziani hanno rotto pubblicamente col duca, è probabile l'attecco di Guglielmo su quel fronte. Si meraviglia che non abbia ancora in mano i 400 ducati che gli ha fatto assegnare: di ciò ha scritto a Francesco Maletta. Approva l'indagine di Stefano e il fatto che abbia seguito Giovanni Martino che è a Milano in mano del capitano di giustizia, cui ha scritto di indagarlo per poi mandarlo da Corrado. Consente a Stefano di trattenere presso di sé Giovanni Giappano.

[ 158r] Conrado, havimo recevuto le toe littere, et inteso quanto ne hay scripto de quelli fanti de Bartholomeo da Bologna et Bartholomeo da Missina, dicimo che nuy non possimo credere per alcuno modo che loro habiano menati tanto pochi fanti, como tu dice, perchésapimo che quelli in più hanno, porria bene essere che non sariano ancora venuti tucti, ma credimo che venirano. Siché solicitarà li predicti che faciano venire li loro fanti et che stiano forniti como gli havimo ordinato, avisandoti che oltra questi havimo scripto a Iacomo de Civitanova, nostro conestavele che sta a Vigevano, che subito se levi con tucti li suoy fanti et vengalà et facia quanto tu gli diray et ordinaray. Siché venuto ch'el sia, el faray intrare in la citadella, al capitaneo dela quale scrivemo per l'alligata in opportuna forma che li debbia receptare et questi et tucti li altri che gli diray, et ch'el ha facto bene ad havere receptati quelli che gli hay dicto. Perhò te advisamo che como lo dicto Iacomo serà gionto là, volimo che quelli nostri provisionati vengano da nuy perché havimo bisogno di loro, avisandote che in ogni caso ti porray meglio valere delli predicti fanti, che non poteresti delli dicti provisionati. Et benché crediamo questi fanti debiano bastare pur, accadendo il bisogno alla giornata, mandarimo tucta volta del'altri. Siché vogli attendere con bona cura et solicitudine alle cose dellà che non intervenga sinistro alcuno, avisandoti che Venetiani hanno rotto dal canto de qua pubblicamente et fano guerra bandita, et forse porria essere ch'el signore Guilielmo romperia ancoraluy o faria qualche novità, como te scripsemo ieri per un'altra nostra.
Delli 400 ducati che te havimo facto assignare, havimo inteso quello che tu scrivi: se maravegliamo che non l'habbi havuti, et non è stato, né è nostra intentione; nuy havimo scripto in opportuna forma a Francisco Maletta, siché mandaray subito da luy, perché siamo certi ti farà dare lo tuo spazamento.
[ 158v] La examinatione de quello Stefano che ne hay mandata, l'havimo havuta et piacene li modi hay tenuti, tanto in la dicta examinatione, quanto in havere mandato drieto ad quello Iohanne Martino, lo quale, te advisamo che è ad Milano in mano del nostro capitaneo dela iustitia, et havimo scripto ch'el sia molto bene examinato et che poy sia mandato là in toe mano cum lo processo formato contraluy, al quale volimo che gli faci administrare rasone et iustitia, et fargli quello che merita. Lo ricordo che ne day del dicto Stefano, che, per respecto luy è ben imparentado là, non seria bene a fargli lo servitio là, ne piace, unde volimo che, havuta questa, cum bona et sufficiente compagnialo mandi legato a Milano in mano del dicto nostro capitaneo, al quale havimo scripto che subito, como sialì, el faza iustitiare, et mandalo accompagnato in modo che per lo camino non intervenga sinistro, ma che se conduca a salvamento, et advisane como haveray facto.
Zohanne Giappano, siamo contenti che lo retengi per adesso là con ti, ma te advisamo, como ne haverimo bisogno, mandarimo per luy. Siché cossì diray a luy per nostra parte. Data in Laude Veteri, xx maii 1452.
Persanctes.
Iohannes.