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491. Francesco Sforza ad Antonio Guidobono 1452 maggio 20 Lodi Vecchio

Francesco Sforza richiama ad Antonio Guidobono quanto gli scrisse sui comportamenti dei soldati veneziani verso le cose sforzesche. Dopo è accaduto che essi si impossessassero di Covo e Antignago, come vedrà dalla copia di una lettera mandata al doge e alla comunità genovese, e di ciò vuole che ancora ne parli al doge. Il doge ha scritto a Leonardo una lettera che il duca, in assenza del destinatario, ha aperta rispondendo nella maniera che constaterà dalla copia che gli fa avere. Cerchi, prendendo spunto da quella risposta, di rimuovere ogni sospetto dogale e mostri la sua disponibilità, in consonanza con i desideri del duca, a propiziare un accordo tra il doge e Giovanni Filippo Fieschi.

[ 159r] Egregio secretario nostro dilecto Antonio Guidobono.
Per altre nostre ad questi dì te scripsemo delli modi havevano tenuti in verso le cose nostre le gente de Venetiani, como potesti intendere per una copia inclusa te mandassemo de unalittera scripsemo al'illustre signore duxe et a quella magnifica comunità. Da poy è successo che dicte gente hanno havuto Covo et Antignago, como vederay per la copia inclusa de una (littera) scrivemo al prefato illustre duxe et a quella magnifica comunità, et cossì volemo che dichi ad bocha al prefato signore duxe como se contene in la dicta copia.
Ceterum, lo prefato illustre signor duxe ha scripto unalittera a ser Leonardo molto humana, gratissima et piacevole; et non siando Leonardo qua, apperissemo dicta littera et si la vedessimo et cussì respondemo alla signoria soa gratamente, como vederay per la copia te mandiamo inclusa. Et cossì volimo che dichi alla soa signoria, secondo el tenore de quella, et vedi de inducerlo, adciochè se rimova ogni umbrezza et sospecto che havesse; et volemo che tu te gli offerischi dicendogli che se hay da fare più una cosa che un'altra per fare accordo trala illustre signoria soa et lo magnifico misser Zohanne Filippo, che sey apparechiato et che cussì hay in commissione da nuy. Et vogli advisarne de quanto sarà seguito dellà. Ex castris nostris in Laude Veteri (a), xx maii 1452.
Iohannes de Ulessis.
Iohannes.


(a) In A Veteris con s depennata.