Registro n. 13 precedente | 493 di 1330 | successivo

494. Francesco Sforza al podestà e al referendario di Alessandria 1452 maggio 19 Lodi Vecchio

Francesco Sforza ordina al podestà e al referendario di Alessandria che, in esecuzione di quanto scriveranno loro i Maestri delle entrate straordinarie, si avvalgano dei beni di Simonino Ghilino e di suo fratello Lorenzino, ugualmente tenuto a soddisfare un debito di cinquecento ducati con Stefano Melegaro. Pur avendo assicurato d'essere disposto a saldare ogni cosa entro due mesi, Simonino è scomparso.

[ 161v] Potestati et referendario nostris Alexandrie.
Como per altre nostre ve habiamo scripto, essendo destenuto qui, ad instantia de Stefanno Melegaro, Simonino Ghilino, suo debitore de cinquecento ducati, fecemo opera ch'el dicto Stefanno expectasse esso Simonino de dicti denari fin ad duy mesi tunc proxime a venire, et fecemo che li Magistri del'intrate nostre extraordinarie promisseno de dare dicti denari al dicto Stefanno fra il dicto termino, quando Simonino non gli pagasse, promettendovi esso Simonino che al dicto termino pagaria dicti denari. Et perché dicto Simonino è partito de qui insalutato hospite senza paghare dicti denari, volemo et commettiamovi che contra esso Simonino et Lorencino, suo fratello, il quale è similmente obligato a questo debito, e contrali beni suoy faciate tale executione reale et personale, che gli venga voglia de pagare questo debito, et che non se possa gloriare ne habia (a) calefato in questa forma, exequendo circa questo quanto per li dicti nostri Magistri ve serà scripto et mandato in questa materia. Et breviter facete per forma che ne sentiamo novella, se desyderati fare cosa ne sia grata. Ex Laude Veteri, die xviiii maii 1452.
Cichus.


(a) Segue inganato depennato.