Registro n. 13 precedente | 498 di 1330 | successivo

499. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 maggio 24 Lodi

Francesco Sforza in risposta alle lettere di Corrado Sforza Fogliani, luogotenente di Alessandria, gli consente di trattenere dei provvisionati a compenso dei pochi fanti portati da Bartolomeo da Bologna e da Bartolomeo da Messina. Scriva a Fracesco Maletta per sollecitare l'invio dei quattrocento ducati di cui il duca gli ha già accennato per lettera. Gli va quello che lui ha scritto ai gentiluomini di Incisa richiedenti fanti: faccia anche loro sapere che quando ve ne sarà vero bisogno, manderà loro fanti e quant'altro sarà necessario. Lo assicura di aver scritto a donna Bianca e a Gabriele da Cernuscolo, officiale delle munizioni a Milano, perché gli mandi verrettoni e polvere da bombarda. Prende atto di quanto hanno scritto a Corrado i membri del Consiglio segreto. Si dice disposto a perdonare Domenico Savono Inviziati, che, assentatosi per la presa di Stefano da Lumigio, ed avendo avuto da costui rivelazione di quel trattato, pur non ne fece, come avrebbe dovuto, parola. Appreso quello che Carlo Cacarano gli ha riferito del Balivo di Asti, si dice disposto che Corrado lo incontri a Novi, provvedendo, però, d'essere in serata di ritorno ad Alessandria.

Magnifico Conrado de Foliano, locuntenenti Alexandrie, et cetera.
Respondendo alle toe littere, et primo, al facto de quelli fanti che sonno venuti là, dicimo che, possa che cossì è che Bartholomeo da Bologna et Bartholomeo da Missina hanno menato cossì pochi fanti, siamo contenti che tu retenghi là quelli nostri provisionati, finché haveray altro da nuy.
El tuo spazamento delli 400 ducati se maravegliamo che (non) li habii havuti como per altre nostre te havimo scripto. Nuy ne havimo scripto a Francisco Maletta in opportuna forma, siché solicita de haverli.
[ 163v] Alla parte delli fanti che te hanno domandati li zintilhomini de Incisia, havimo inteso quello che tu scrivi: ne piaceno li modi che hay tenuti, pur volimo che gli respondi che nuy credimo non bisognarano et che, quando pur bisognerano, gli mandarimo et fanti et ogni altra cosa in modo che sarano ben contenti.
Alla parte delli vertoni et polvere da bombarda, havimo scripto alla illustrissima madona Biancha et ordinato a Gabrielle da Cernusculo, nostro officiale de monitione in Mediolano, che te ne dia quanto gli ne rechiederay, siché manda per quello che ti bisogna.
Delle littere che te sonno mandate per quelli del nostro Consiglio, remanimo advisati. Nuy havemo ordinato che non te sarà dato questo carrico, como è iusto et rasonevole.
Alla parte de quello Domenico Savono deli Inviciati, che se è absentato per la presa de quello Stefano da Lumigio, havimo inteso quello tu scrivi. Dicimo che non siando il dicto Domenico in altro fallo che quello tu ne hay scripto, cioè che havendogli dicto el predicto Stefanno de quello tractato, luy poy non lo revellasse, como era tenuto, siamo contenti de perdonargli, et cossì volimo che tu gli faci libera licentia ch'el possa tornare securamente a casa soa et golderse il suo quietamente, como ha facto per lo passato.
De quanto te ha referito Guielmino Lanza da parte de misser Rafaelle Adorno remanemo advisati, et non ne accade fare altra resposta.
De quanto ti ha dicto Carlo Cacarano da parte del Baili de Ast, havimo inteso quanto scrivi: siamo contenti che tu vadi a parlare al dicto Baili, dando perhò 164r primala posta che luy venga fino a Novo et tu gli anderay a parlare lì et farali tanto honore, careze et grate accoglienze quanto te siano possibile, rengratiandolo sempre della proferta che ti ha facta per lo dicto Carlo. Et tu fa' che in quella sera medesima torni ad Alexandria. Data Laude, xxiiii maii 1452.
Persanctes.
Cichus.