Registro n. 13 precedente | 508 di 1330 | successivo

509. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 giugno 15 apud Longhenam et Adellum

Francesco Sforza dice a Corrado Sforza Fogliani di non credere che Guglielmo di Monferrato sia in grado di menare bombarde né ha tanta gente da poter occupare terre. Ha, comunque, fatto bene a scrivere, come ha fatto, a Moretto, cui lo stesso duca ha ordinato che, a richiesta di Corrado, si porti a Tortona o dove si riterrà più necessario. Lo informa che la maggior parte dei soldati stanziati nel Milanese si è portatalà dal duca e anche Giacomo da Civitella è lì. Gli dà la notizia che Bartolomeo da Bologna si porterà dalle sue parti in modo che la cittadella rimarrà ben fornita di fanti. Gli raccomanda di essere ben vigilante: anche se Guglielmo non è in grado di occupare terre con guerra guerreggiata, può, però, con l'inganno. Ha preso nota di quanto gli ha detto Baylino, ma non è d'accordo di scrivergli di nuovo senza attendere il ritorno del messo che gli ha mandato.

[ 171r] Magnifico domino Conrado de Foliano.
Respondendo alle tue littere contenente più parte, et primo, alla parte del signore Guilielmo, quale se rasona sta per passare Tanagro cum suo exercito et menare bonbarde, dicimo che anchora non credimo debba passare, et maxime che debba menare bonbarde, perché non ha gente da zò, neanche è cussì forte de gente ch'el potesse pigliare terre. Nondimeno tu hay facto bene et laudiamo quanto tu hay scripto a misser Morretto, et cussì anchora nuy gli havimo scripto che, a tua requisitione, vada ad Terdona o dove te parerà più el bisongno. Alla parte de quelle gente che stanno in Milanese, te advisamo che la più parte et quasi tucte sonno vinute qua, et anche Iacomo da Civitella è vinuto qua. In errore delli fanti della cittadella, è vero che Bartholomeo da Missina et Bartholomeo da Bolongna non hanno anchora potuto remettere tucti li suoy fanti; et Bartholomeo da Bolongna, quale è qui de presente, presto vinirà là cum fanti, siché la cittadella remarà ben fornita et secura. Isto autem interim actendi a bona guardia, perché non è veresimele che per guerra gueriata el signore Guglielmo possa pigliare terre cum quelle gente che se guarda, purché non siano tolte per inganno. Che tu habii parlato cum el magnifico Baylino et delli advisi restiamo advisati, et cetera, ma de mandarli o scriverIi denuo, ultra el messo gli havemo mandato, ad nuy pare omnino aspectare el nostro messo, el quale aspectamo de dì in dì. Et delle novelle de qua te havimo advisato a compimento, siché non resta dire altro se non che tu actendi bene alle cose dellà, che nuy te farimo sentire bone novelle de qua et presto. Ex felicibus castris nostris apud Longhenam et Adellum, die xv iunii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.