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514. Francesco Sforza al governatore di Asti 1452 giugno 18 apud Longhenam

Francesco Sforza informa il governatore di Asti che con tutto l'esercito è penetrato nel Bresciano, dove ha conquistato la maggior parte del territorio e ove molte terre e fortezze si sono arrese. Attualmente sosta a Longhena a dieci miglia da Brescia. I nemici si sono sistemati in una palude presso Pompiano per poter prendere la via dei monti. Pur avendo cercato di attaccarli, non è stato possibile perché non si sono mossi dalla palude, da cui cercherà, tuttavia, in qualche maniera di snidarli ed essere, quindi, in grado di fargli avere consolanti novelle. Risponde a quanto egli ha detto a suo fratello Corrado con lettere dirette al Re di Francia e a re Renato, lettere che il governatore vorrà far recapitare con un sicuro messo.

Gubernatori Astensi.
Nuy siamo certi che havereti inteso le cose de qua como sonno successe. Mò per questa ve advisamo che da puoy se partissimo da Mediolano con tuto lo nostro exercito, havimo passato lo fiume d'Oglio et venuti in Bressana in lo terreno de Venetiani, dove havimo havuto et conquistato la maiore parte del piano del Bressano, che gli sonno molte terre, forteze et luochi importantissimi, et così tuta volta vengono ad obedientia nostra dele altre terre loro. Al presente siamo venuti qui ad Longhena, longo da Bressa deci miglia. Li inimici, sentendo che eravamo venuti qui per torli la via de victualie, sonno venuti ad allogiare in une padule presso ad uno luoco chiamato Pompiano per possere poy pigliare la via dele montagne de Bresa. Nuy ne siamo sforzati de attacare facto d'arme con loro et tandem non è stato possibile, perché non sonno voluti ussire [ 173r] del dicto padule; lo quale ultra che da se stesso sia forte, l'hanno fortificato de fossi et sbarre. Pur vederimo andare in luoco che, o vogliano o non, li farimo ussire fuora; et se li poderimo havere ala larga, speramo mediante la gratia de Dio, de fare in modo che ve ne farimo sentire novella, dela quale siamo certissimi ne havereti grandissimo piacere et consolatione, et del tuto, como seguirà, ve farimo advisati. Ceterum, perquello ha dicto la magnificentia vostra ad Conrado, nostro fratello, nuy repplicamo alla maestà del Re de Franza et del re Renato et mandamo le lettere qui alligate. Pertanto pregamo la magnificentia vostra che gli piaza de mandare le dicte lettere in mano proprie dela maestà del re Renato, et mandarle per tale et sì facto messo che le porte ad salvamento. Et ultra ciò solicitarà la expeditione da Iob da Paratio, nostro fameglio, lo quale mandassimo più dì sonno alle prefate maiestate per li facti del marchese de Monferrato et del signore Guilielmo. Data in castris nostris apud Longhenam, die xviii iunii 1452.
Cichus.