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522. Francesco Sforza ad Antonio Zoppo 1452 giugno 26 apud Trignanum

Francesco Sforza scrive ad Antonio Zoppo di aver ricevuto la testimonianza del suo devoto servizio, anche se non ne ha mai avuta diversa opinione, sentendo del modo che tiene nel conservare quella terra. Si duole del danno subito, malo assicura che in futuro verrà ricompensato e si avvederà di aver fatto bene, diversamente da altri, a perseverare nella sua fedeltà. Crede gli sia giunta notizia degli uomini mandati da quelle parti (3400 uomini) e procedendo le cose come al presente vanno, potranno non solo resistere, ma anche respingere i nemici.

Spectabili viro Antonio Zoppo, dilectissimo nostro.
Havemo recevuto da vuy quello fructo de vera fede e devocione che se convene a valente homo, como vuy setti e como sempre ve havimo reputato, et benché a noy non sia cosa nova, né may havessero altra opinione de vuy pur, sentendo el modo haveti servato in conservare quella terra, non possimo fare che non ve rengratiamo assay. Bene ne rincresce e dole d'ogni damno habiate recevuto, ma dative bona voglia perché in lo avenire ve restorarimo in modo che cognoscereti havere facto bene ad non seguitare [ 175v] la via d'alcuni altri nostri, li quali ad uno picolo ventesino se sonno voltati. Voy havereti inteso la provisione havimo facta a quelle nostre parte de gente da cavalo et da pedi in modo che li nostri dellà più non haverano a dubitare, et anche, procedendo le cose nostre prospere da qua, como fanno, li nostri inimici mutarano pensiero e volonteralassarano stare li nostri. Attendete fare, como haveti facte et como speramo in vuy, avisandone che, computate quelle gente havevamo dellà e quelle gli havimo mandate de presente, serano ultra triamillia quattrocento tra da pedi et da cavallo, siché potrano molto bene, non solamente resistere, ma cazare l'inimici. Ex felicibus castris nostris apud Trignanum, die xxvi iunii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.