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525. Francesco Sforza ad Antonio da Fabriano 1452 giugno 26 apud Trignanum

Francesco Sforza si compiace con Antonio da Fabriano, famigliare ducale, per quello che lui ha fatto, sollecitandolo a continuare ad agire in tal modo nell'avvenire. Si dice contento dell'andatalà di Isobio Crivelli, della cui bravura si fida molto. Rassicuri i cittadini a ben vivere, confortati anche dalla presenza di oltre 3400 soldati, tra uomini da piede e da cavallo, in grado di poter fronteggiare e ricacciare i nemici.

Prudenti viro Antonio de Fabriano, familiari nostro dilecto.
Havimo recevuto le toe littere responsive alle nostre, et inteso quanto tu ne (a) ricordo et quanto tu hay exequito et facto: te ne commendiamo, confortandote a fare il simile per l'avenire, ma havendo noy facta quella provisione alle parte delà, che tu haveray intesa, de gente da cavallo et da pede, non è da dubitare, stando ancora tu vigilante e solicito a quanto sia de bisogno, como credimo faray. E molto ne piace della venutalì de domino Isobio Crivello per virtute dello quale ne rendimo molto bene securo de quella nostra città, siché tu haveray a confortare quelli nostri homini e cittadini che attendano a bene vivere et diase de bona voglia che, andando le cose nostre prosperamente de qua, como fanno, farimo mutare pensero alli inimici nostri e gli venirà volia de stare a casaloro e non offendere li nostri, avisandote che, computate quelle gente havevamo delà e quelle gli havimo mandate de presenti, serano ultra treamillia quattrocento tra da pede e da cavallo, siché potrano molto bene, non solamente resistere, ma cazare l'inimici. Ex felicibus castris nostris apud Trignanum, die xxvi iunii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.


(a) Segue scrive depennato.