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576. Francesco Sforza a Moretto da Sannazzaro, a Sacramoro da Parma, Antonello de Burgo, Giovanni Anguissola e Giovanni Scipiono 1452 agosto 4 apud Quinzanum

Francesco Sforza fa sapere a Moretto da Sannazzaro di essere rimasto sommamente deluso per il mancato sfruttamento della vittoria riportata su Guglielmo di Monferrato. La passività sue e e degli altri condottieri nell'avvantaggiarsi della vittoria ha originato un grande disfavore per lo stato sforzesco; cerchino di rimediare. Ugualmente si è scritto a Sacramoro da Parma, Antonello de Burgo, Giovanni Anguissola, Giovanni Scipiono.

Domino Moretto de Sancto Nazaro.
Nuy credevamo, da poy mediante la divina gratia che fu obtenuta la victoria contra el signore Guilie(l)mo, devessi eusire fuora cum quelli altri ad seguire essa victoria et ad recuperare quelle nostre terre perdute inanze ch'el inimico havesse tempo a fare provisione alcuna, et ve scripsemo, como fu la mente nostra et ne pareva rechiedeva el debito nostro commendandove delli vostri optimi deportamenti, et cetera. Ma havendo mò inteso che non setti voluto eusire fuora, como se doveva, ma esservi deportato vuy, [ 201r] insieme cum li altri, molto fredamente a proseguire la dicta victoria, ne havemo preso grandissimo despiacere et malcontentamento de animo, perché lo vostro deportarve male non solo ne segue damno al facto nostro, ma etiamdio ne succede grande manchamento de reputatione al stato nostro et ad ogni nostra facenda, perché tucta quasi Italia è stata et sta in expectatione de sentire che vuy habiate facto delle cose relevate et honorevole contrali nostri inimici, et havete facto tucto el contrario; siché possete pensare che consolatione debbia essere la nostra. Per la qualcosa ve dicimo et commandiamo expressamente, si amate el bene del stato nostro, non siando vuy eusiti fuora, vogliate subito insieme cum li altri eusire fuora a fare qualche cosa et reacquistare la reputatione, la quale vene mancando non facendosse altro. In conclusione fati per modo che nuy sentiamo che habiate facto qualche cosa. Et non stiati como morti. Ex castris nostris apud Quinzamum, die iiii augusti 1452.
Iohannes.
Iohannes.
In simili forma scriptum fuit infrascriptis:
Sacramoro da Parma
Antonello de Burgo
Comiti Iohanni de Angussola
Iohanni de Sipiono.