Registro n. 13 precedente | 643 di 1330 | successivo

644. Francesco Sforza ai marchesi di Ceva 1452 settembre 9 apud Quinzanum

Francesco Sforza narra ai marchesi di Ceva che, nonostante l'impegno da lui mostrato per venire a un accordo con i signori di Monferrato, non è pervenuto ad alcun risultato positivo. In seguito a ciò il re di Francia ha comandato al Balivo, governatore di Asti, di muovere loro guerra e di unirsi alle truppe sforzesche. Il duca sollecita detti marchesi a prestare, d'accordo con i marhesi d'Incisa, ogni aiuto alle truppe.

[ 229v] Dominis marchionibus Ceve.
Credimo et siamo certi che havereti inteso cum quanto studio, cura et solicitudine havemo cercato de havere bono accordio et amicitia cum lo marchese de Monferrato et signore Guilielmo, suo fratello, et che dal canto nostro siamo voluti condescendere ad cose honorevoli per loro et più tosto cum qualche nostro incarrico per monstrare a cadauno che da nuy non mancava el vivere in pace et quiete cum loro et cum ogniuno, como è stato sempre lo desyderio nostro, et quanto loro in ogne apto se sonno deportati cum poca consyderatione et iustitia et piutosto deshonestamente verso nuy et le cose nostre, unde havendo al tucto deliberato in l'animo nostro, per honore nostro de non volere più comportare queste violentie et iniurie daloro, ve advisamo che la mayestà del Re de Franza ha commandato al magnifico Bayli governatore de Ast che, possali dicti signori de Monferrato non sonno voluto venire ad accordio cum nuy per mezanità della mayestà soa, lo quale accordio, como havimo dicto, era honorevole et utile per loro, gli debbia rompere et fare gu(e)rra et retrovarse insieme cum l'altre nostre gente che sonno dal canto delà alli damni d'essi signori. Et cossì la prefata mayestà ha mandato alione alle confine delle terre del duca de Savoya altre gente per retrovarse ancoraloro alli favori et adiuti nostri. Il perché rendendosi certi che per la fede et devotione sapiamo che haveti portato alla bona memoria del'illustrissimo signore duca Filippo et subsequenter a nuy et al stato nostro, non ne retraresti in cosa alcuna che cedesse al bene nostro, ve pregamo et confortiamo, quanto sapemo et possemo, che alle gente nostre, quale serano insieme cum lo prefato monsignore Bayli, vogliati dare ogni adiuto, favore, subsidio, conseglio et ricordo expediente contrali dicti marchese et signore Guilielmo de Monferrato, como è la nostra ferma fede et speranza in vuy, intendendovi insieme cum li signori marchesi de Incisia quali sapeti quanto sonno nostri et ancora vostri, certificandone che tucto quello che fareti per nuy posseti dire de farlo per vuy stessi. Ex castris apud Quinzanum, die viiii septembris 1452.
Persanctes.
Cichus.