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645. Francesco Sforza a re Renato 1452 settembre 9 apud Quinzanum

Francesco Sforza informa re Renato che è stato da lui Daniel, suo ambasciatore, proveniente dai signori del Monferrato, che gli diede speranze di un accordo. Andò poi dalui, per la medesima ragione, Luigi da Valperga, ambasciatore del re di Francia e al duca. gli sottolineò che i predetti signori non hanno smesso di attaccare e di circuire i condottieri sforzeschi oltre a prendersi delle sue terre. Arrivò pure Folchetto de Vaceris, suddito di re Renato, mandato da Carlo vii, che ha offerto a Firenze e al duca grandi favori contro il duca di Savoia e signori monferrini. Detto Folchetto farà ritorno dal re bene informato della volontà di Firenze e sua. Siccome Firenze e Milano intendono mandare degli ambasciatori dal re di Francia e dalui per informarli delle cose d'Italia, lo Sforza prega re Renato di trovarsi con Carlo vii quando gli ambasciatori esporranno le necessità italiane in modo da darne il suo appoggio, dato che re Renato è stato in anticipo visitato e informato da detti ambasciatori. Folchetto, a sua volta, al ritorno gli darà notizia dei comportamenti di Daniel Arigo nei confronti del marchese e di Guilielmo de Monferrà. Lo Sforza sente il bisogno di dirgli quanto egli si sente obbligato con Raynaldo de Dresnay, suo suddito, per come si è sempre comportato a beneficio dello stato sforzesco.

[ 230r] Domino regi Renato.
Serenissime princeps et excellentissime domine tanquam pater nobis honorandissime, più dì passati fo da nuy el nobile Daniel, vostro ambassatore, quale veneva dal'illustre signore marchese et signore Guilielmo de Monferrà, et ne dedi bona speranza del'accordio et pace tra essi et nuy. Da poy gli vene un'altra fiada insieme cum el nobile Aluyse da Valperga, ambassatore del serenissimo et christianissimo Re de Franza per questa medesma casone, et quantunque le resposte, quale gli dedimo nuy fosseno tale che verissimilmente li predicti de Monferrà dovesseno assentire alla dicta pace, pur non gli hanno voluto assentire, immo hanno perseverato alle offese nostre et cercato de desviare li nostri conducteri et torre delle nostre terre, como vostra mayestà haverà inteso. Postremo è zonto qua il nobile Folcheto de Vaceris, vostro subdito, mandato dal serenissimo Re de Franza, quale a nuy et alla excelsa comunità de Firenza, ove è andato e ritornato, ha offerto grandi et ampli favori contra el duca de Savoya et quelli de Monferrà ad honore, diffesa et mantenimento delli stati nostri, li quali favori ne sonno stati molto grati (a), et havemoli acceptati de bonissima voglia, et ulterius havemo spazato el dicto Folcheto, quale retorna dalla prefata mayestà del Re de Franza informato della mente et volontà della prefata excelsa comunità de Firenza e nostra circale predicte cose. Et perché essa comunità et nuy havemo deliberato mandare de presenti nostri ambassatori alla prefata mayestà del Re de Franza et alla mayestà vostra, et aspectiamo de hora in horali dicti ambassatori Firentini qua per spazarli et mandarli via presto informati pienamente delle occurrentie de qua et de tucte le cose de Italia, confortiamo et pregamo la sublimità vostra che quando sentirà li dicti nostri ambassatori essere delà di monti, gli piacia retrovarsi presso la mayestà del prefato Re de Franza per intendere le occurrentie de qua et favorirle como sarà expediente, perché dicti ambassatori farano prima capo alla mayestà vostra et cum essa conferirano el tucto et secondo li suoy pareri se governarano. Et perché questo sarà el facto proprio della mayestà vostra non ne estendiamo a solicitarla né scaldarla altramente, se non confortarla et pregarla che la voglia abrazare questi facti, perché may fo più commodo tempo et apto al facto della mayestà vostra in Italia che al presente. Dicto Folcheto torna informato apieno et (b) advisarà la mayestà vostra (c) del tucto: però non dicemo altro; quale Folcheto informarà ancorala mayestà vostra delli portamenti ha facto Daniel de Arigho in le partiche del signore marchese et signore Guilielmo de Monferrà. Piaza alla mayestà vostra credere al dicto Folchetto quam a nuy proprio. Appresso non poteressimo dire quanto siamo obligati al magnifico misser Raynaldo de Dresnay, locotenente d'Ast, per lo amore et dilectione ch'el ne porta et per li suoy boni deportamenti, quali et ha demonstrato et demonstra in favorire le cose nostre et fare tucto quello gli è possibile in beneficio, amplitudine et gloria del stato nostro. Et questo per respecto della mayestà vostra, de chi l'è subdito, perhò lo recommendiamo strectissimamente alla mayestà vostra, et haverimo a caro gli demonstri quanto ha a caro quello ch'el fa per bene del stato nostro. Ex castris apud Quinzanum, die viiii septembris 1452.
Irius.
Cichus.


(a) Segue et accepti depennato.
(b) Segue informarà depennato.
(c) Segue delli portamenti depennato.