Registro n. 13 precedente | 646 di 1330 | successivo

647. Francesco Sforza a Giorgio de Annone, a Pietro de Pusterla, a Giovanni Andrea Bottigella 1452 settembre 9 apud Quinzanum

Francesco Sforza scrive a Giorgio de Annone, a Pietro de Pusterla, a Giovanni Andrea Bottigella e ad Antonio Guidobono in Alessandria, assicurandoli di essere informato del fatto di Giovanni dalla Noce: Giovanni da Castelnovate renderà loro noto cosa ha deciso. Quanto ad Antonio Zoppi, spera di vendicarsene. Il Balivo arriverà e unirà le sue alle genti sforzesche. Ha scritto a tutti i condottieri di obbedirgli. Curino che le fortezze siano ben vigilate e si badi che non vi siano persone sospette. Vuole che referendario e tesoriere paghino i castellani, accontentandoli nel possibile. Si mandino tanti, senza alcun riguardo di parentela, dall'Alessandrino a Milano al Consiglio segreto in modo che la città sia sicura, specialmente quando lui sarà in campo. Vuole che i marchesi di Incisa siano dotati di fanti e di cavalli per laloro difesa e si assecondino sempre le richieste di munizioni di Petrino.

[ 231r] Georgio de Annono, Petro de Pusterla, Iohannimatheo Butigelle et Antonio Guidobono, Alexandrie.
Per le vostre littere restamo advisati del facto de domino Zohanne dalla Noxe et a questo non dicemo altro, perché Iohanne da Castelnovate ve informarà a pieno della mente nostra. Circalo facto de Antonio Zoppo ne recresce del damno delli nostri servitori: pur de questo speramo ancora farne vendetta.
Circale cose della impresa dellà, monsignore Bayli venerà subito dellà cum tucte le soe gente ad mettersi insieme cum le gente nostre sonno, siché volimo sia obedito quanto la persona nostra da ogniuno. Alli conducteri tucti scrivemo circa ciò, como vedereti per la copia qui inclusa, perhò non dicimo altro se non che sollicitati cum prestezali provedimenti dellà per la guerra, como dicto Iohanne ve referirà.
Ancora volimo provediate alle forteze de fargli fare continua bona guardia et che se veda non gli fossero delle persone sospecte, cioè delle paghe di castellani et conestaveli delle porte, committendo al referendario et thesaurerio che tengano pagati dicti castellani et ben contenti quanto sia possibile.
Insuper volimo siano cavati tanti de Alexandrina et mandati a Mediolano al nostro Conseglio secreto subito cum presteza, che nuy siamo securi la città sia nostra et se tenga per nuy maxime quando le nostre gente sarano fuori (a) in campo. Et a questo non se habbia respecto ad amici nì parenti né a nissuno se non solo al ben nostro et al stato nostro, como siamo certi che farà caldamente cadauno de vuy. Per più vostra chiareza havemo sottoscripto la presente de nostra propria mane. Ve advisamo che de questo se posiamo sotto le spale vostre, siché provedeti che siamo securi della città.
Postremo volimo che alli magnifici marchesi de Ancisia sia proveduto de cavalli et fanti per defesaloro et de monitione secondo rechiederà domino Petrino, et che de cosa che domandasero non gli sia dicto de non. Immo factoli ogni careze et honore quanto a noy stessi. Ex castris nostris felicibus apud Quinzanum, die viiii septembris 1452.
Cichus.
Cichus.


(a) fuori in interlinea.