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663. Francesco Sforza a Giorgio de Annone, Pietro de Pusterla e di Giovanni Matteo Bottigella 1452 settembre 12 apud Quinzanum

Francesco Sforza risponde alle lettere di Giorgio de Annone, Pietro de Pusterla e di Giovanni Matteo Bottigella in Alessandria e circa la donna mandata da Guglielmo di Monferrato vuole che si accerti se è andata senza licenza dagli ufficiali nell'Alessandrino e dispone che ritornata venga arsa viva. Si dice soddisfatto di quanto è stato da loro risposto al Balivo, governatore di Asti, circa il suo muoversi con i suoi contro quelli del Monferrato e li avverte di aver scritto ai gentiluomini di Mase da Incisa e a quelli di Vuigli. Ha saputo delle informazioni date da detto Balivo e di quello che ha fatto sapere Niccolò Alioner circa i fatti di Luigi da Valperga. Li informa di aver inviato lettere a Carlo VII e a re Renato e che Folchetto da Vaceres ha fatto ritorno dal re di Francia. Rimane in attesa degli ambasciatori di Firenze che aggiornati delle vicende belliche andranno dal sovrano di Francia. Loda il trasferimento degli ostaggi del Castellazzo a Milano e vuole che, per maggior sicurezza del posto, si faccia altrettanto per altri detenuti sospetti. Dei fatti di Alessandria sono stati messi al corrente da Giovanni da Castelnovate. Prendano per la sicurezza di Tortona quei provvedimenti che crederanno opportuni e si accordino con Filippo Confalonieri, che dev'essere giunto là con cento fra balestrieri e fanti per la guardia delle fortezze. Ordina a Giovanni Matteo Buttigella di non andarsene da lì fino a che le cose non saranno del tutto aggiustate. Dice a Giorgio di Annone di sorvegliare Menabruzzo. Gli ripete l'ordine di far provvedere alla pulizia dei fossati del castello del Cortellazzo.

Georgio de Annono, Petro de Pusterla, Iohannimatheo Butigelle Alexandrinis.
Heri et hoge havimo recevuto più vostre lettere de vii, viii et viiii del presente, et inteso quello ne haveti scripto, respondimo, et primo, alla parte de quella femina che ha mandato lì messer Guilielmo de Monferrà ad contaminare quelli nostri citadini cum cianze et frasche, et cetera, che vuy la debiate fare bene examinare, et trovando che sia andata senza licentia delli nostri officiali de Alexandrina et che puoy, siando tornata, non habia referito dicta ambassata, primo alli nostri dicti officiali che ad alcuno della terra, volimo che la faciate bruxare per terrore et exempio de quelli che havesseno volontà de fare male.
Della venuta de domino Nicolò Alioner, ambaxatore della maestà del re de Franza, remanimo advisati et ne haveti facto cosa molto grata ad havergli facto honore et careze como scriveti. De quanto ne ha mandato a dire lo magnifico Bayli, governatore d'Ast, del suo venire inanze et del mandare de soe gente per rompere contra quelli de Monferrato, et cetera, remanimo advisati et ne piace quanto haveti resposto et, como per altra nostra ve havimo scripto, replicamo che nuy havemo scripto in opportuna [ 236v] forma alli zintilhomini de Mase de Incisa et a quelli de Vuigli, et ve havimo mandato littere como havereti veduto, alla recevuta de questa. Non dicimo altro se ben che solicitati el prefato Bayli ch'el venga inanzi presto et contrali dicti de Monferrato et cossì carricareti li dicti zintilhomini che lo recepteno como gli havimo scripto.
Circa quanto ve ha scripto el magnifico Bayli et puoy ve ha mandato a dire messer Nicolò Alioner delli facti de Aluysio da Valperga, havimo inteso quanto ne haveti scripto. Ve advisamo che nuy havimo scripto in bona forma alli serenissimi re de Franza et re Renato et mandato viale nostre lettere per uno nostro proprio cavallaro, lo quale al presente deve essere a mezo lo camino de qui là dove se ritrovano li prefati illustrissimi regali. Da poy è partito de qui Folchetto da Vaceres, ambaxatore d'esso serenissimo re de Franza, per retornare dalla maestà soa, como havereti inteso, et va informato et bene instructo delle cose dal canto de qua et della mente et intentione nostra. Puoy nuy aspectamo qui de di in di li ambassatori della excelsa comunità de Fiorenza, li quali vanno dalle loro maestà et cum essi mandarimo ancorali nostri ambassatori, informati accompimento de tucte le cose dal canto de qua.
Circalo facto delli obstagii, che haveti tracti del Castellacio et mandati a Milano, dicimo che haveti facto bene et ve ne lodiamo grandemente confortandove et carricandove, parendone che se sia el meglio, che vogliati cavare ancora delli altri che siano da essere tenuti sospecti, in modo che la terra remanga secura et che nuy et vuy ne possiamo vivere senza dubio né sospecto alcuno et assecurativene prestissimo, usandogli ogni vostro studio, cura et solicitudine et non gli manchati in cosa alcuna, perché tucto questo carrico et peso lassamo sopra de vuy.
[ 237r] Delli facti de Alexandria havereti inteso quello che ve havimo mandato a dire per Zohanne de Castelnovate et puoy quello che havimo scripto per la nostra da di xi, però non dicimo altro.
Del facto de Tortona dicimo che vuy vedati fargli tucte quelle provisione che ve pareno, siché quella città stia bene secura, nonobstante che havevamo ordinato che gli fosse mandato messer Filippo Confalonero cum cento fra balestreri e fanti per fornire quelle forteze, lo quale, per quanto havimo inteso, è gionto là che ne remanimo contenti et satisfacti, et però intendetivi cum luy in tucto quello bisogna.
Ti Iohannematheo non volimo te parti dellà finché quelle cose de Alexandrina siano in bono asseto et retrovati insieme cum li altri a providere a quello che accaderà.
Circali facti de Menabruzo havimo inteso quello che ti, Zorzo, ne hay scripto: ti dicimo che nuy non se contentamo che li venga da nuy, et molto manche delle securtate ch'el dice ne vole dare, però vogli dargli qualche honesta resposta como parerà et che luy la intenda et teneralo sotto si facta et tale guardia che non te ne intervenga sinistro alcuno.
Ulterius, como per altra nostra te havimo scripto, hogi te replicamo che tu provedi de fare mondare et netezare le fosse della rocha del Castellatio in modo che stia bene, et questo faray senza perditione alcuna de tempo intendendote però cum quello nostro castellano.
Altro non ne accade se non che iterum ve carricamo et stringemo che vogliati exequire cum ogni presteza et celerità quello che ve havimo scripto et mandato a dire per lo dicto Zohanne da Castelnovate et advisatine de passo in passo como havereti facto. Ex castris nostris apud Quinzanum, die xii septembris 1452.
Persanctes.
Cichus.