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680. Francesco Sforza al castellano del Castellazzo 1452 settembre 14 apud Quinzanum

Francesco Sforza dice al castellano del Castellazzo di dubitare che Guglielmo di Monferrato, il quale s'addanna a radunare gente, intenda attaccare quella terra. In considerazione di ciò, egli (duca) ha disposto di aumentare la presenza di uomini in quella sua fortezza, per cui lui non deve frapporre alcun ostacolo all'invio di persone che Giorgio di Annone, Pietro da Pusterla e Giovanni Matteo Buttigella faranno o all'ingresso di uno di loro. È tutta gente che vi sosterrà poco, perché, con il favore della gente che invierà il re di Francia, le cose pigliarano presto bona forma. Convalidalalettera con la sua sottoscrizione personale in modo che egli obbedisca in tutto quello che gli imporranno Giorgio, Pietro e Giovanni Matteo.

Castellano Castellacii.
Perché nuy intendemo ch'el signore Guilielmo cerca de redunare le soe gente, et dubitiamo non voglia fare qualche insulto a quella terra o altroe per qualche trama podesse havere cum li homini, né pare (a) necessario che quella nostra forteza sia ben fornita de homini, perché, quando ella sia ben fornita de homini, cum quello poray et saperay fare ti dal canto tuo, non ne pare podere dubitare del resto. Il perché, mandando Zorzo da Anono, Petro da Pusterla et Iohannematheo Butigella, gente lì per [ 243r] metterle in quella forteza o, venendo li uno deloro, volemo et te commandiamo debbi, senza exceptione alcuna, acceptare et mettere dentro quella forteza et castello tucto quello numero de persone che loro te scriverano o mandarano a dire uno deloro tri, o per qualche altra persona fidata delle nostre. Le quale gente, nostra intentione è gli debiano dimorare pocho, perché speramo che le cose delà, cum lo favore delle gente della mayestà del re de Franza, pigliarano presto bona forma, et che se vedali modi tenerano li nostri inimici et haverano a vivere aloro spese. Et perché tu credi questa siala nostra volontà et mente, havemo sottoscriptala presente de nostra propria mano et cum li altri signali havemo con ti, obediray senza mancamento alcuno et crederay alli predicti Zorzo, Petro et Zohannematheo in ogni cosa, como a nuy proprii, et faray quanto te ordinarano, tanto in questo, quanto in ogni altra cosa occorrente al stato nostro, como quelli che sonno in suso el facto, como se fossemo nuy medesmi in persona. Data in castris nostris apud Quinzanum, die xiiii septembris 1452.
Iohannes Antonius.
FranciscuSfortia Vicecomes, manu propria subscripsit.
Iohannes.


(a) Segue necero depennato.