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685. Francesco Sforza a Tommaso, marchese di Ceva 1452 settembre 16 apud Quinzanum

Francesco Sforza conferma al milite Tommaso, marchese di Ceva, di non aver mai dubitato del suo volonteroso apetito della exaltatione ducale, cosa che gli è molto gradita. Ciò premesso, vuole che presti attenzione a quello che gli dirà Albertino da Cividale per conto del duca.

Magnifico militi amico nostro carissimo domino Thome, marchioni Ceve.
Benché a nuy non sia noval'amicitia vostra et quanto habiate bona dispositione verso nuy et al stato nostro, nondimeno ne è stato molto carissimo havere inteso per Albertino da Cividale el grande amore et singulare dilectione che ne portati a nuy et al stato nostro, et quanto ne setti affectionato, et del volonteroso apetito della exaltatione nostra, la qual cosa, benché a nuy fosse veghiamente manifesta et nota, ne è stata molto acceptissima. Per el che, venendo mò da essa vostra magnificentia il predicto Albertino per alcune cose molto importante al stato nostro, et concernente ancora il bene vostro, rendendose certi che non haveti manco caro l'honore et bene nostro, como il vostro medesmo, quale posseti ben dire essere vostro, gli havimo commisso ch'el vi dicha alcuna cosa per parte nostra, como da luy intenderà essa vostra magnificentia. Per la qual cosa confortiamola ad credergli et dargli indubitata fede quanto faresti alla nostra propria persona, et acciò credati che questo sia de nostra propria mente, havimo voluto sottoscripto della nostra propria mane. Ex castris apud Quinzanum, die xvi septembris 1452.
Bonifacius.
FranciscuSfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.