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69. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 gennaio 18 Lodi

Francesco Sforza, rispondendo alla sua lettera, ricorda a Corrado Sforza Fogliani di avergli scritto di trovare in Alessandria un prestito di cento ducati per pagare per il futuro mese i soldati che stanno intorno a Petra. Gli ricorda anche che delle duecento lire ricavate dai cento ducati mandati dal doge di Genova qualcosa, come lui stesso ha scritto, gli è rimasto. Circa il proposito di Princivalle Gottoero di prestare fedeltà al duca, gli dice che non vuole irritare il re di Francia, perché Princivalle ha già prestato fedeltà col suo castello ai commissari di Ast.

Magnifico Corrado de Foliano.
Corrado, l'altro dì recevessemo una toalittera continente doe parte, ale quale, respondendoti, dicemo che circala parte deli denari che bisognano per li fanti sonno messi intorno ala Petra per lo mese advenire, tu hay havuto commissione più dì sonno de retrovare cento ducati imprestati in Alexandria, li quali dovevi poy restituire deli denari dele nostre intrate del'anno presente de quella terra, et cossì nuy havemo scripto per lettere sottoscripte de nostra mano al referendario et thesaurero de quella terra che dovessino restituire quelli cento ducati a quelli tali quali li havessino prestati. Il perché ne pare con questi cento ducati se possa molto bene satisfare ali dicti fanti per lo mese advenire, maxime havendo ti satisfacto ali dicti fanti per lo mese presente con libre cc de imperiali deli cento ducati mandati per lo illustre duxe de Zenoa, deli quali ne debono pur avanzare, secondo el tuo scrivere. Ala parte de quello te ha mandato a dire Princevallo Gottoero de volerse accostare con nuy et fare la adherentia et fidelità de quello suo castello, del quale fece già la fidelità ali commissarii d'Ast, te dicemo che nuy non vorressemo per questa casone fare cosa che despiacesse ala maestà del Re de Franza, né darli caxone ch'el se possa dolere de nuy, come el poria facilmente, togliendo nuy costuy sotto la nostra obedientia, non obstante ch'el dica, per non esserli stato observato quello che li fu promesso per li commissarii d'esso re, non essergli obligato. Et però tu li poray mandare a dire per non desconfortarlo che ne hay de ciò advisato et che, havuto da nuy la resposta, gli ne daray notitia, non chiarendoli l'animo nostro altramente. Data Laude, die xviii ianuarii 1452.