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699. Francesco Sforza a Giovanni Ferruffini, a Giorgio de Annone, a Pietro da Pusterla e a Giovanni Matteo Bottigella 1452 settembre 22 apud Lenum

Francesco Sforza risponde a Giovanni Ferruffini, a Giorgio de Annone, a Pietro da Pusterla e a Giovanni Matteo Bottigella in Alessandria che ha preso atto di quanto ha scritto il Balivo di aver mandato la maggior parte della sua gente a Incisa e di aver comandato a Giovanni Sanseverino di attaccare il diciotto corrente. Non aggiunge altro se non di aspettare notizie di quanto ne è seguito. Si dice informato degli ostaggi tolti dal Castellazzo. Precisa, a proposito degli ostaggi di Alessandria, di non far distinzione di parte, ma di solo curarsi che si liberino di quelli che paiono sospetti: suo solo intendimento è di rendere sicurala città. Filippo Confalonieri non è senza fanti, perché ben sa che può avvalersi, in caso di bisogno, di duecento-trecento fanti messi a disposizione da Luchina Dal Verme. Vuole che gli diano informazioni del comportamento del conestabile Manfredo dopo questa lettera. Si dice al corrente che Mambruzzo è stato mandato a Pavia, mentre è all'oscuro di quello che è capitato al cavallaro che loro dicono sia stato preso. Quanto alla bombarda, egli l'ha già mandata con Leonardo da Parma e dovrebbe già essere lì. A Pietro da Pusterla raccomanda di riferirgli quanto intenderà al Castellazzo dal colloquio con il suo amico. Ritiene che il raduno di gente che Guglielmo di Monferrato fa a Cassine sia semplicemente dimostrativo. Pietro da Pusterla e Giovanni Matteo Bottigella non si muovano per il momento da lì. Anche i nemici si sono spostati verso Brescia. Suo fratello Alessandro ha assalito con successo i nemici che erano a Cerreto prendendo uomini e cavalli: di ciò avranno maggiori dettagli da lui.

[ 253r] Domino Iohanni Ferofino, Georgio de Anono, Petro de Pusterla et Iohannimatheo Butigelle (a), Alexandrie.
Havemo recevuto le vostre de dì xvii et xviii del presente et inteso quanto per quelle ne scriveti. Respondendovi, prima, alla parte dela scusa fa monsignore el Bayli, che non ha possuto rompere più presto per molti respecti, et ch'el ha mandato la mazore parte delle gente ad Incisia et habbia commandato a Zohanne da Sanseverino che l'uno dì, che fo adì xviii, rompesse la guerra, et cetera, non dicimo altro, se non che crediamo dicto monsignore debbia havere rocto anzi l'havuta de questa, et aspectamo con desyderio sentire quanto serà seguito.
Delli obstagii cavati del Castellazo ne restamo advisati et non dicemo altro.
Alla parte de quello ne scriveti circali obstagii de Alexandria, nuy dicemo che non tenemo parte alcuna né volemo fare seperatione da bianchi a negri, tucti li havemo per servitori. Bene ve recordamo et dicemo debiati cavarne tanti de quelli che ve parano sospecti, et siano de quali se vogliano, che nuy siamo ben cauti et securi de quella cità, et possiamo starne cum l'animo repossato, et non guardati in fronte più a uno che ad un altro, purché ve assegurati de quella città, ma vogliati havere tale advertentia a fare questa cosa et farla cum tale (b) maturità et diligentia, ch'el non habia a seguire scandalo alcuno né etiandio se possa dire ch'el faciamo mossi da passione alcuna, perché, como havemo dicto, nuy non facemo questo per niuno altro respecto che per assegurarze de quella nostra città.
Alla parte de domino Filippo Confalonero, che sia in Tertona senza fanti, dicimo che luy, ad ogni soa requisitione, haverà ducento et trecento fanti delle terre de madonaluchina, siché, se gli bisognarano, sa bene dove haverli, pur havemo havuto el ricordo vostro caro.
Alla parte de Manfredo, nostro conestavele, che sia cossì renitente, et cetera, volemo debbiate advisare como luy haverà facto, doppo ne scrivessevo questalettera.
Che habiate mandato Menabruzo a Pavia, ne restamo avisati. Del cavallaro ne scriveti essere stato preso, nuy non havemo notitia alcuna.
[ 253v] Che vogliamo mandare la bombarda cum lo bombardero et cum lo apparechio, nuy havemo mandato lì Leonardo da Parma cum la dicta bombarda, bombardero et cum tucto lo apparechio, el quale siamo certi debbia mò essere gionto lì.
Della venutalì in Alexandrina de monsignore de Sancorte a disnare et del'honore gli haveti fatto, ne restiamo advisati, et haveti facto molto bene a farli honore, como scriveti, et non poteressimo haverce fatto cosa più grata.
Alla parte che tu, Pedro, ne scrive volere andare al Castellazo per parlare a quello amico, non dicimo altro, se non che aspectiamo sentire da ti quanto haverà reportato et dicto quello amico.
Del suspecto hay ch'el signore Guilielmo non habbia qualche praticha per lo redunare ch'el fa delle gente soe ad Cassine, credimo lo facia piutosto per demonstratione de fare più cose che per intelligentia, in praticha ch'el habia in niuno nostro loco.
Vuy, Pedro et Iohannematheo, per certi boni respecti, non volemo ve partiati delì fin tanto non ve scrivemo altro.
Mercordì passato, che fo a dì xx de questo, se levassemo da Quinzano et siamo venuti qua aleno, quale havemo havuto. Li inimici sonno ancoraloro mossi et venuti appresso Bressa. De quanto seguirà ve ne faremo advisati. Bene ve dicemo stagati de bona voglia, che in breve ve faremo sentire novelle ve piacciano.
Ceterum, ve advisamo como non questa nocte passata, mal'altra, Alexandro, nostro fratello, andò cum quelle gente haveva cum sì in Lodesana ad asaltare quelle gente inimice erano a Cerreto, per la via de verso Crema, le quale per la Dio gratia, ha rocte et fracassate in tucto et preso una gran parte deloro et delli cavalli suoy, adeo che de tucte quelle gente erano là a Cerreto non ne sonno campate se non poche, salvo quelle che allogiavano dentro della bastida, che sonno salvate. Et quelli che sonno campati sonno fugiti in camisa, chè non hebbeno tempo a fare diffesa alcuna, perché esso Alexandro cazò foco in li allogiamenti soy. Siamo certi dicto Alexandro haverà scripto più destinctamente la cosa como serà passata, imperhò per questa non se extendemo più altra. Ex castris nostris felicibus apud Lenum, die xxii septembris 1452.
Iacobus Rivoltella.
Cichus.


(a) Segue et domino Iohanni de Alexandria depennato.
(b) Segue advertentia depennato.