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717. Francesco Sforza a Pietro Campofregoso 1452 settembre 24 apud Lenum

Francesco Sforza, al di là di quello che gli riferisce il suo ambasciatore, comuninica a Pietro Campofregoso, doge dei Genovesi, le vicende del fronte su cui da mercoledì lui s'è spostato avendo a quattro miglia i nemici sistemati in un luogo paludoso. Suo fratello Alessandro ha dato una buona botta a Cerreto alle truppe veneziane, cui ha tolto e bruciato cinquecento cavalli e rovinato armi, carriaggi e tende.

[ 259r] Illustri domino tanquam fratri nostri carissimo domino Petro de Campofregoso, Dei gratia Ianuensium duci.
Benché siamo certi vostra signoria restarà avisata dal suo ambassatore, quale se retrova qui, delli progressi de queste parte, nondimeno, acciò prenda piacere de ogni nostro progresso, l'avisaremo ancora nuy. Mercorì passato nuy venessemo qua con lo exercito nostro et havemo obtenuto questo loco; li inimici ne sonno proximati a quattro miglia in loco (a) forte et paduloso. Nuy vederemo de metterci in loco che gli attenderemo quello gli havemo promisso. Havemo ancora dalode como Alexandro, nostro fratello, ha assaltato l'inimici che erano a Cerreto con circa vii cento persone con tale furia et per tal modo che gli ha, tra tolto et brusati, di cavalli v cento, et hali brusati et arme et tende et carriagi in tal modo ch'el fo beato chi se ne potè fugire in camisa dentro del'abbatia. De quello seguirà più oltra vostra signoria sarà advisata. Ex nostris felicibus castris apud Lenum, die xxiiii septembris 1452.
Irius.
Cichus.


(a) Segue paludoso depennato.