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736. Francesco Sforza al castellano della fortezza di Tortona 1452 settembre 28 apud Lenum

Francesco Sforza richiama il castellano della fortezza di Tortona perché non consenta ai fanti di uscire per il ponte del socorso, di andare per le vigne a danneggiare i cittadini, che poi minacciano, se si lamentano. Lasci agli ufficiali cui compete di occuparsi delle faccende attinenti al loro officio, mentre lui badi a guardare quella rocca non minacciando i cittadini.

[ 265v] Fideli castellano nostro dilecto castri Terdone.
Nuy siamo advisati che tu non servi in quella rocha quelli modi che tu doveresse servare, cioè in lassare eusire fuora de quella rocha quelli fanti per lo ponte del succorso ad damnezare le vigne de quelli nostri citadini; cossì ancora in due parole deshoneste ad quelli citadini, con menazarli quando se lamentano che non passarano pochi dì gli metteray la mane nel cavezo. Le quale cose non sonno de intentione nì volontà nostra, anzi ne siamo molto maravegliati de questo: primo che tu lassi intrare et eusire per lo ponte del succurso quelli fanti como pare aloro et a fare damno alli subditi nostri, perché ultra il male ne segue ad damnezare li citadini, ne porria seguire la perditione de quella rocha; ma più anche ne maravegliamo delle parole usi cum quelli citadini, le quale non son cose da dire in questi tempi, certificandoti che ne havemo havuto despiacere assay. Pertanto te dicimo, se hay carala gratia nostra, non debbi aprire il ponte del soccorso se non in caso de necessità, et attendere dì e nocte alla bona guardia, per modo non possi essere inganato. Et da mò inanzi volemo non debbi impazarti con li citadini in dirgli cosa alcuna, perché non è tuo officio, malassare lo officio suo alli officiali nostri et tu fare il tuo, quale è de guardare quella rocha et non dire villania et menazare alli nostri citadini senza caxone. Ex campo nostro apud Lenum, die xxviii septembris 1452.
Zanettus.
Iohannes.