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741. Francesco Sforza a Biagio Assereto Visconti 1452 ottobre 1 apud Lenum

Francesco Sforza chiede a Biagio Assereto Visconti di informarsi su quanto vogliono i famigli di Girardino Zoppi che erano a Castelnuovo. Raccomanda a Biagio di essere cauto per la pratica che Giovanni Francesco ha con il figlio di Giovanni Murisino. Gli chiede di spingere Giovanni Filippo Fieschi ad addivenire a un accordo con il doge. Procuri di essere bene informato sui balestrieri che Genova manderà e sul capitano. Ricorda che suo fratello Alessandro ha riportato una vittoria sulle genti veneziane a Cerreto, ove sottrasse loro più di cinquecento cavalli e bruciò un gran numero di carriaggi, e che suo fratello Bosio con cinque squadre assalì a Poviglio quelli di Correggio. Da Quinzano il duca si è spostato a Leno, e il nemico si è accampato a Bagnolo a sei miglia da Brescia.

[ 267r] Spectabili militi dilecto nostro domino Blasio Axereto de Vicecomitibus.
Havemo recevuto vostralettera de dì xv del passato et inteso quanto scriveti. Respondendo quanto alla parte de quelli famegli de Girardino Zoppo che erano a Castelnovo, et cetera, dicemo che vogliati sapere quello vogliono et quello vanno facendo.
Alla parte della partica ha Iohannefrancesco cum quello figliolo de Zohanne Murisino, et cetera, dicimo che vogliati stare attento et advertente, et sentendo altro vogliati avisarce.
Alla parte della bona dispositione de domino Zohannefilippo dal Fiesco, dicimo che ne piace, et cossì lo vogliati stringere et pregare da nostra parte che voglialiberamente et cum effecto attendere allo accordio cum lo illustre domino lo duxe, perché lo reputarimo in singularissimo piacere che fraloro seguiti bono accordio et bona pace, et circa ciò li vogliati fare ogni opportuna (a) instantia.
Alla parte delli balestreri che vole mandarce quella comunità de Zenoa et del capitaneo loro et conditione soa, restamo advisati.
De nove altro non havimo se non che, como credimo havereti inteso, Alexandro nostro fratello adì xviiii del passato andò cum certi fanti et homini d'arme et sacomani a pedi ad trovare quelle gente marchesche erano alla guardia del ponte de Cerreto, passando per paduli et aque; et se conduxe alli allogiamenti delli inimici, quali infocarono et forono tra presi et arsi delli cavalli più de v cento et brusati tanti cariagii che non se porria credere.
De verso Parmesana, siando quelli da Corezo accampati a Puiglio, gli mandassemo Boso nostro fratello cum cinque squadre, quale andò ad trovare dicti inimici, et se li ropero et fracassaro et forono presi de molti cavalli, carne, homini d'arme et capi de squadra.
Nuy se siamo levati da Quinzano et semo venuti a Leno, quale era inimico et le quale havemo havuto. Li inimici sonno venuti a Bagnolo, longo da Bressa sey miglia, dove cum ogni studio attendano a fortificarse. De quanto seguirò ve faremo advisati. Ex castris nostris apud Lenum, die primo octobris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.


(a) Segue provisione depennato.