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750. Francesco Sforza a Ludovico Robandi 1452 ottobre 1 apud Lenum

Francesco Sforza ringrazia Ludovico Robandi, regio cappellano e maestro dell'ospizio del magnifico Balivo, per la notizia datagli dell'apertura delle ostilità fatta dal Balivo contro i signori di Monferrato, aggredendo come primo obiettivo la rocchetta di Tanaro per poi proseguire nella riconquista delle terre alessandrine. Di tutta questa attenzione per le vicende sforzesche il duca gli si dice profondamente obbligato. Gli è pure accetto che gli abbia sottolineato il disappunto del Balivo per l'incontro di Guglielmo di Monferrato con Pietro da Pusterla, incontro che ha urtato il Balivo, non tanto per esserne stato tenuto all'oscuro, quanto perché tale colloquio è avvenuto quando lui con la sua gente s'era mosso per venire in aiuto dello stato sforzesco. Il duca gli risponde d'aver insistito con Pietro e con Lancillotto Bossi, referendario di Alessandria, perché di persona parlassero di questo al Balivo.

Egregio ac venerabili viro et amico nostro carissimo domino Ludovico Robandi, regio cappellano et hospicii magnifici Balivii magistro.
Egregie ac venerabilis amice nostre carissime, con piacere havemo inteso quanto ne scriveti per la vostralettera de dì xxv del passato data ad Maxo, della roptura della guerra per le gente del magnifico Bayli contrali signori de Monferrà et del damno facto contrali loro subditi et gente et della deliberatione presa per esso magnifico Bayli de torre primamente la rochetta de Tanaro, et deinde seguire la recuperatione delle altre terre de Alexandrina, secondo in essa vostralettera se contene, la qual cosa a nuy è grandemente piaciuta et ve rengratiamo sommamente de tale adviso che ne dati et della opera e diligentia vostra che havemo veduto et vedemo, tuctavia, che haveti usata et usati in nostro favore per lo bene et honore nostro. Del che ve restamo obligati et speramo fare per modo verso vuy che cognoscereti per effecto non havere durato per noy li affani e fatiche che haveti durato indarno, et non ve rencrescha appresso rengratiare da nostra parte el prefato monsignore el Bayli de quello che ha facto e fa tuctavia verso nuy et lo stato nostro, al quale etiandio restamo obligatissimi.
Appresso havemo inteso quello ne scriveti del despiacere ha preso el prefato monsignore Bayli della praticha che nuovamente ha mossa el signore Guilielmo per mezo de Piero da Pusterla per venire ad accordio cum nuy, non tanto per non esserne stato advisato, quanto per lo utile e bene nostro perché, essendosi luy mosso cum le gente a venire alli [ 271v] nostri favori, non devemo pigliare accordio cum li dicti signori de Monferrà, ma proseguire la victoria, et cetera. Al che respondendovi, dicemo che tale vostro adviso a nuy è stato molto grato et accepto, et similmente ve ne rengratiamo. Et perché, como vedereti, nuy largamente, senza reservo alcuno, scrivemo el tucto al prefato monsignore el Bayli per una nostralettera, zoè tanto quello ch'el dicto signore Guilielmo ne ha mandato a dire, quanto quello gli havemo mandato a respondere et como, etiandio havereti inteso, ordinassemo a Lanzalocto Bosso, referendario nostro de Alexandria, che o luy o Pietro predicto venisse primamente a notificare el tucto al prefato Bayli, et che non se faza nì in questo nì in veruna altra (a) nostra facenda in quelle parte, nì alto, nì basso, non ma tanto quanto sarà de parere et recordo d'esso monsignore Bayli, nuy non ne extenderemo a questa parte in dire altro perché diffusamente scrivemo la pura vera nostra intentione ad esso monsignore Bayli, como è dicto. Pregamove ne vegliati advisare delle novelle havete de verso Franza et delle occorrentie del canto de verso Alexandrina, perché haveremo piacere ad intendere li vostri advisi. Ex castris nostris apud Lenum, die primo octobris 1452.
Leonardus.
Iohannes.


(a) Segue cosa depennata.