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757. Francesco Sforza a Ventura da Parma 1452 ottobre 3 apud Lenum

Francesco Sforza richiama alla memoria di Ventura da Parma, squadriero di Corrado Sforza Fogliani, che quando Graziolo da Vicenza, conestabile ducale, prese Rivalta e Ventura con quelli di Corrado vi andò ad alloggiare, il suo compagno Benedetto Lanciavecchia supplicò il duca di scrivere a suo fratello Corrado Sforza Fogliani perché nessuno si sistemasse in casa sua. Corrado scrisse a Ventura una lettera, cui era allegata un'altra ducale, in virtù della quale Romagnolo, uomo d'arme di Corrado, dovette sloggiare dalla casa di Benedetto, ma se ne andò portandosi via un cavallo e altri oggetti. La detta casa viene poi invasa da Todeschino e da Giovanni da Lodi, uomo d'arme. Il duca comanda a Ventura di disporre che tale casa sia sloggiata e faccia in modo che il suo padrone riabbia sia il cavallo che quant'altro gli fu tolto.

Strenuo armigero nostro dilecto Venture de Parma, squadrerio magnifici Conradi de Foliano.
Quando Gratiolo da Vincencia, nostro conestavele, tolse in sì Rivalta et tu cum quelli de Conrado gli andassemo ad allogiare dentro, dubitandosse Benedicto Lanzavechia, nostro compagno, che la robba soa ch'el halì dentro non andasse in sinistro, ne pregò volessemo scrivere ad Conrado, nostro fratello, che provedesse in modo non [ 275v] recevesse damno et che non allogiasse veruno in casa soa; el quale Conrado, secondo intendemo, te scripse sopra ciò opportunamente per soe littere, in le quali mandò le nostre incluse, per vigore delle quale Romagniolo, homo d'arme del prefato Conrado, se levò fuora della casa soa, dove era allogiato, et menogli via uno suo cavallo et tolsegli certe corregie d'argento della manica ad uno suo fratello et alcune altre cose, le quale, fine in questa hora, non ha possuto rehavere et, ch'è pegio, e gli è poy anche intrato ad allogiare in casa il Todeschino et Zohanne dalode, pur homo d'arme, li quali gli mangiano il suo grano e fanno al pegio che pono, la qual cosa quanto sia honestalalassemo al tuo iuditio, né deloro a farla, né de ti ad comportarla. Et volontera voressemo sapere se un altro de nostri facesse il simile a ti in le tue cose de Piacentina, como te chiamaresti contento. Pertanto te commettemo e volemo che subito, recevuta questa, provedi che in casa soa non allogia alcuno, sia chi voglia, et che gli sia restituito il cavallo et integralmente ogni robba soa, et che non gli mancha uno punctale de strenga, Et fa che tu monstri faci stima delle nostre littere, altramenti restarimo malcontenti de facti tuoy. Ex castro nostro felici apud Lenum, die iiii septembris 1452.
Iohannes Chiappanus.
Iohannes.