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758. Francesco Sforza a Giorgio de Annone, Pietro da Pusterla e Giovanni Matteo Bottigella 1452 ottobre 4 apud Lenum

Francesco Sforza avverte Giorgio de Annone, Pietro da Pusterla e Giovanni Matteo Buttigella, aulici ducali, di essere ben avveduti circa le intenzioni di Guglielmo di Monferrato che simula intese per ingannare il re di Francia e lo stesso Balivo. Vuole che rivelino tutto quello che accadrà a detto Balivo, dichiarandogli che nulla si opererà senza un sua parere e consiglio facendogli intendere che il comportamento di Guglielmo è dettato dal timore che ha del Re e dello stesso Balivo, ma non sono espressione di buona volontà per un accordo con lo Sforza e con la restituzione delle terre toltegli.

Spectabilibus viris Georgio de Anono, locontenenti, Petro de Pusterla et Iohannimatheo de Butigellis, aulicis nostris dilectis.
Perché non vorressemo che con le simulatione et fictione che sa usare el signore Guilielmo in praticare et fare demonstratione de fare praticare l'accordio suo et del fratello cum nuy, ne facesse damno appresso la mayestà del re de Franza et lo magnifico monsignore el Bayli che, como haveti già veduto, el prefato Bayli ha preso admiratione et despiacere de questa pratica [ 276r] ch'el dicto signore Guilielmo ha accomenzata cum ti, Pedro. Ne pare, et cossì vogliamo, che de tucto quello occorrerà ne debiate comunicare con esso Bayli et mostrare fare stima deluy, como debitamente se debbe fare, et chiarirlo che non se farà may nì praticha, nì veruna altra cosa senza soa partecipatione, consiglio et parere, demonstrandoli appresso che le parole ha usato o che usasse el dicto signore Guilielmo le ha usate et usaria per lo timore ch'el ha della mayestà del re et de esso Bayli, et non poncto per bona volontà ch'el habia de pacificarse a nuy et restituirne el nostro et etiam per farne refreddare per le soe parole, et speranza ch'el dà, perché el non se segua la guerra contra luy, et che nuy in conclusione non pigliaremo accordio cum questi signori de Monferrà se non quando, et come parerà alla prefata mayestà del re et ad esso Bayli, perché vogliamo siano certi che l'animo nostro è de rehavere il nostro et non desyderamo puncto la desfactione nì ruynaloro, ma vorressemo volontera che ogniuno stesse alli termini suoy. Siché tenete dicto Bayli ben edificato, adcioché desdegno non possa seguire, et de tucto quello occorre, ne advisate, confortate et sollecitate che, finch'el se pò, se reaquisto de quelle terre perdute, como semo certi perhò ch'el non mancarà per vuy. Tu, Zorzo e Pedro, non ve partireti de Alexandria et quelle parte dellà senza nostralicentia. Semo ben contenti che tu, Zohannematheo, te ne venghi da nuy ad ogni tuo piacere, et veneray informato de tucte le cose et conditione dellà, siché a bocha per ti ne possiamo remanere advisati ad compimento. Ex castris nostris apud Lenum, die iiii octobris 1452.
Leonardus.
Iohannes.