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762. Francesco Sforza a Renato I il Buono 1452 ottobre 5 apud Lenum

Francesco Sforza informa re Renato I il Buono, e il re di Francia su come vanno le cose del Monferrato e come si sono comportati Ludovico di Valperga e Daniele Darigo con il marchese e con Guglielmo di Monferrato. Attualmente lo Sforza è nel Bresciano, dove ha preso molte terre. Nutre speranza di attaccare i nemici, che si sono sistemati nei pressi di Brescia. Sul versante toscano li informa della presa da parte degli Aragonesi di due castelli. I Fiorentini manderanno due ambasciatori, Angelo Acciaioli e Francesco Ventura, e con loro invierà pure suoi oratori al re di Francia e a lui. Sarebbe opportuno che Renato si trovasse con Carlo VII per quanto si avrà a trattare. Chiede infine l'intervento di re Renato alla corte di Roma per monsignore de Aquis.

Serenissimo principi et excellentissimo domino tanquam principi nostro honorandissimo domino Renato, Dey gratia Yerosolime et Sicilie regi, Andegavie, Barri et Lotoringie duci ac Provincie comiti, et cetera.
Serenissime princeps et excellentissime domine tanquam pater honorandissime, per Folchet(o) ho scripto et anche mandato a dire a bocha alle serenissime mayestate del re de Franza et vostra in che termini passavano le cose de Monferrà et ancora delli modi havevano tenuti Ludovico de Valpergha et Daniel d'Arigho circa il facto della commissione [ 278r] loro per fare retrare lo signore marchexe et signore Guilielmo de Monferrà dalla impresa contra de mi, como era et è la volontà delle prefate mayestà, quali, se havessero facto (a) quello gli era stato (b) commisso circa ciò, como eraloro debito, le cose de Monferrà haveriano havute più di conclusione et fine per bona via (c) et cum bona conditione et assetto delle cose dellà. Che quando ciò fusse seguito, le cose mie de qua in Bressana se trovariano più avante et in tali termini et conditione che seriano seguite delle cose grande et honorevole, dove che, per non havere facto dicti Ludovico et Daniel la volontà et ordini delle prefate mayestà, le cose se sono allongate et reducte in più difficultade che non erano allhora, maloro in tucto se sonno scoperti partisani delli prefati signore marchexe et signore Guilielmo, et non dico che habiano facto como ambassatori regali, ma hanno facto como vassali et partesani delli prefati signore marchexe et signore Guilielmo et como se fossero stati ambassatori loro, como Forchetto, monsignore de Guacurt, et magistro Nicolò, secretario della mayestà del re de Franza, sonno informati. Donde per tale casone m'è stato forza strenzerme cum monsignore lo Bayli et haverli dato fatigha ad essere venuto ad roctura et fare contra dicti signore marchexe et signore Guilielmo. Et rencresceme assay havere posta in questa spesala prefata mayestà del re de Franza, perché non saria bisognato, selli predicti oratori havessero facto el debito suo. Pur nondimanco, siando li prefati signore marchexe et signore Guilielmo in la opinione loro duri, et non havendo voluto acceptare le condictione per mi offerte, più che raxonevole et honeste, havendo, como ho dicto, el prefato monsignore Bayli ropto guerra una cum quelle altre mie gente sonno dellà, sonno reducte le cose in termini ch'el signore (d) Guilielmo comenza a mutare proposito et riduranose a bon porto et bene conclusione. Ma de quello el prefato signore marchexe et signore Guilielmo habiano dicto contrale prefate mayestate et quanto se siano honestati, el prefato monsignore Bayli ne debbe havere advisate le prefate maystate, et cossì li dicti Folchetto et ancora magistro Nicolò, secretario della prefata mayestà del re de Franza, informarano essa mayestà.
278v Dele cose de qua aviso la mayestà vostra che mi me trovo qui nel piano de Bressa, dove ho havute molte terre, et de presenti son facto inanti verso Bressa. Li inimici sonno apresso Bressa, et benché le cose de Bressana siano alquanto differite per le cose agitate et sonno accadute varie, nientedemanco ho commenzato ad redure le cose mie cum li provedimenti se fanno alla giornata a tali termini che se farano delle cose rencrescerano alli inimici, et spero presto fare sentire alla mayestà vostra delle cose li piacerano.
Delle cose de Toscana, le gente aragonese hanno havute doe castelette,de quelle delli signori fiorentini, alle quale hanno mettuto el tempo de duy mesi, et altro non hanno facto. Et oramay, siando el tempo del verno, porrano fare pocho male, et maxime ancora per li provedimenti se fanno alla zornata per signori fiorentini, li quali mandino misser Angelo Azayolo et Francesco Ventura per oratori alla mayestà del Re de Franza et alla mayestà vostra, quali aspecto qua de di in dì, et cum loro ancora mi mandarò li ambassatori mei. Il perché prego la mayestà vostra che se voglia trovara cum la prefata mayestà del re de Franza ad intendere et adiutare quanto se haverà ad tractare perché, adaptandosse le cose in bona forma, non fo may el tempo più conveniente, né più adapto alla Impresa del reame, che è al presente, et che meglio possa reusire ogni designo se gli facesse.
Ceterum, quantunque per fin qui habia dato assay favore appresso la santità de nostro Signore et dove è bisognato in la corte ad monsignore de Aquis, pur nientedemanco sento che, per alcuni suoy emuli della parte dellà, gli si da impedimento et turbatione et cercano molestarlo e molestano indebitamente contrala rasone, et el dicto monsignore è servitore et affectionatissimo et merito della mayestà vostra: lo recommando strectamente a quella che se degni non lassarlo molestare et inquietare ad torto contrala rasone. Ex castris apud Lenum, die quinto octobris 1452.
Ser Iohannes de Ulesis.
Cichus.


(a) quelle in interlinea.
(b) stato in interlinea.
(c) via in interlinea.
(d) signore in interlinea.