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8. Francesco Sforza a Giorgio da Arquata 1451 dicembre 26 Lodi

Francesco Sforza risponde a Giorgio e agli altri compagni di Arquata che Paolo e Uberto Spinola non hanno alcun motivo per temere di portarsi da suo fratello Corrado: non occorre loro, come a nessun genovese, avere un salvacondotto per recarsi in territorio sforzesco. L'unica cosa che si richiede da tutti loro è che Filippo Spinola sia tirato fuori dal luogo "della Preda". Bandiscano, poi, ogni immotivata paura: molti se ne vanno via con le loro robe per voci di saccheggi.

Domino Georgio et ceteris nobilibus participibus de Arquata.
Inteso quanto per doe littere ne haveti scripto, vi dicimo, alla prima respondendo, che maravigliamose molto che Polo et Uberto Spinula habiano dubitato andare al magnifico nostro fratello Conrado, perché non è puncto quello che hanno suspectato, né è nostra intentione che gli sia facto despiacere, né veruna cosa che gli sia molesta, ymmo li habiamo cari como nostri proprii citadini et volemo che appresso ad nuy siano bene visti et bene tractati non altramente che se ne fossero fratelli, como aloro ne scrivemo opportunamente. Per el che non bisogna fargli el salvoconducto, perché vogliamo nuy che loro et cadauno Zenoese possa venire in lo territorio nostro como possano venire et stare securamente li nostri citadini et subditi, la qualcosa scrivimo etiandio al predicto Conrado, né veruna altra cosa vogliamo nuy daloro et da vuy altri tucti se non che debbiate circhare per ogni via che Filippo Spinula sia tirato et piantato fuora da quello locho della Preda. Alla secondalittera respondendo vi dicemo che ne maravigliamo anchora che vuy habiate timore né credenza alcuna che vogliamo fare sachezare [ 6v] quello vostro locho et che per tale vociferatione molti de quelli homini se absentano con le loro robbe, perché non fu may nostra intentione né è di farvi cosa veruna nociva. Immo, se altri vi la volessero fare, nuy metteressimo ogni facultà nostra per defendervi, havendovi tucti cari como fratelli, et reputando care et accepte tucte le vostre cose como le nostre medesme. Siché confortative et stasiti securi et di bono animo, perché non habiamo puncto tale pensiero, como haveti dubitato. Ben vi confortiamo a dimostrarvi prompti et caldi ad cazare dicto Filippo da dicto locho; nella qual cosa fareti alla magnifica communità de Zenoa et a nuy cosa molto grata. Data Laude, die xxvi decembris 1452. (a)
Cichus.


(a) Così A.