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800. Francesco Sforza a Pietro da Pusterla 1452 ottobre 10 apud Lenum

Francesco Sforza risponde alle lettere che Pietro da Pusterla gli ha inviato in merito alle conversazioni con Guglielmo di Monferrato. Lo loda per la risposta data all'ultima lettera gdi Guglielmo inviatagli da Mombaruzo. Come sa, il duca ha acconsentito a tali approcci per addivenire a un accordo, che sommamente, come uomo amante della pace, desiderava. Pur potendo contare su aiuto e sussidio del re di Francia, lui rimane fermo nel desiderio di godere il suo pacificamente, mentre Guglielmo mostra tante variegate e si contraddice. Motivo per cui lo Sforza vuole che Pietro da qui inanzi muzi e non raxoni più cum lo dicto signore Guilielmo. Tanta decisione va rivelata al Balivo per averne il suo avallo. Come si afferma nella poliza, lo Sforza è determinato a che non si parli più di questo accordo, ma si faccia solo quanto piaccia al Balivo.

Spectabili viro Petro de Pusterla, aulico nostro dilectissimo.
Nuy havemo recevuto tre toe littere, le doe che sonno dupplicate de dì vi, continente che te vogliamo chiarire d'alcune cose, accioché potesse venire liberamente e presto alle conclusione con el signore Guilielmo, et la terza de dì vii del presente. Alle quale, respondendo, te dicemo che alle prime littere della chiareza volevi da nuy, non bisogna faciamo altra resposta, et te dicemo apresso che nuy havemo veduto quanto te ha scripto mò ultimatamente el dicto signore Guilielmo per la soa de dì vi, facta in Mombaruzo, delli facti de Alexandria et quello che tu ancora gli hay resposto, la quale resposta molto ne è piaciuta et te ne commendiamo. Il perché da poy che nuy semo condescesi et venuti alle particularità, [ 294v] quale tu say, per fare questo accordio, al quale potissimamente ne inducevamo et inclynavamo, como quello che semo amatore de pace et non di guerra, né como quello che non vogliamo se dica né presuma che semo ambitiosi del stato, nì robba d'altri, ma solo desyderamo golderne el nostro pacificamente, né semo desyderosi de vendette per iniurie ne siano state facte, non obstante tanto adiuto et subsidio che ne ha dato la sacra mayestà del serenissimo Re de Franza, che ad ogni modo seria cresciuto l'animo a proseguire alla desfactione del dicto signore Guilielmo, et luy vada, cum questa varietate et desdice luy medesmo a quello che prima haveva dicto, volemo che tu de qui inanzi muzi et procedi questa pratica, nì volemo ti intrometti, nì raxoni più cum lo dicto signore Guilielmo per queste materie; quando bene luy te richedesse senza altra commissione. Volemo bene (a) che tu gli mandi a dire como nuy semo d'altra opinione che luy non se pensa, perché semo despositi, lassando stare Alexandria da canto, de non Iassarli uno merlo de quello tene occupato del nostro, né vogliamo darli denari per pagarlo per haverne luy facto male como ha. Et nuy speramo cum lo brazo et favore della prefata mayestà del Re recuperar tucte le nostre terre ch'el ne tene et seremo remessi in pristino stato de tucto quello che nuy tenevamo quando facessemo laliga cum la soa mayestà a defensione delli stati de Italia, et cetera, et speramo etiandio non solo recuperare il nostro, ma tuorli delle altre cose che gli rencrescerano altramente a perdere, che non farà le terre nostre ch'el tene. Bene volimo che de questa nostra mente ne debbi communicare col magnifico Bayli, al quale chiaramente diray che la intentione nostra è de non parlare più de questo accordio col dicto signore Guilielmo, non ma tanto quanto paresse alla soa magnificentia et non altramente; et cossì semo contenti che vogliando la soa magnificentia faci et servi più uno modo che un altro in questa materia, tu segui la volontà soa et ricordi suoy cossì como faresti li nostri, confortandolo a proseguire quella [ 294r] impresa virilmente, como parerà ad essa soa magnificencia, perché non dubitamo cum quello saperà fare succederano le cose ch'el dicto signore Guilielmo se pentirà ad non essere venuto al'accordio cum nuy, et essere andato variando como ha facto. Ex castris nostris apud Lenum, die x octobris 1452.
Iohannes Antonius.
Iohannes.
Poliza.
Pedro, monstraray questalittera al Bayli, al quale per l'alligata ancora scrivemo el simile, avisandote e certificandote che la intentione nostra è questa propria che se contene in questa littera che de questo accordio non se parli più non ma quanto paresse e piacesse aluy. Appresso, perché intendemo che Zorzo sta male et non si pò valere, et, partendote dellì, quelle cose non stariano troppo bene al nostro iudicio, volemo non te parti per venire de qua finché non sia guarito esso Zorzo, non obstante che per despecto del dicto signore Guilielmo vorressemo piutosto venesse in qua che restasse dellà, per non darli ardire, como tu dice, a credere che tu staghi lì a posta soa. Data ut in litteris.
Iohannes.


(a) bene in interlinea.