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802. Francesco Sforza a Raynaldo de Dresnay 1452 ottobre 10 apud Lenum
Francesco Sforza esprime la grande riconoscenza che deve a Raynaldo de Dresnay per il suo atteggiamento e per le parole dette con Pietro da Pusterla sullo stato sforzesco; il Baylì altrettanto reputi le cose sforzesche come cose del re di Francia e del Dresnay. Pietro gli ha mostrato l'ultima lettera di Guglielmo che manifesta i sentimenti del monferrino. Gli ribadisce che non intende dare a Guglielmo niente della sua terra, né soldi, certo che con l'apporto regio recupererà tutto il suo. Ha perciò ordinato a Pietro di seguire la volontà e il parere del Balivo, deciso a non venire ad alcun accordo con Guglielmo.
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Magnifico tanquam fratri et amico nostro carissimo domino Raynaldo de Dresnay, militi regio, locontenenti generali et gubernatori Astensi.
Nuy non porressemo rengratiare la magnificentia vostra tanto quanto a nuy pare rechieda el debito nostro verso essa magnificentia vostra de tanta humanitade, affectione et optima despositione vostra, quale haveti demonstrata et usata verso nuy et le cose nostre, et del grato e gratioso parlare haveti facto con el spectabile Petro da Pusterla in tucte le cose pertinente al stato nostro. Della qualcosa ve ne restiamo non solo obligati, ma obligatissimi et pregamo Dio ne conceda gratia che ve ne possiamo rendere quelli degni meriti che l'animo et lo cuore nostro desyderano. Et per questa casone nuy non ve reccomendiamo altramente quelle cose nostre dellà, perché havemo veduto et vedemo tuctavia per experientia che vuy fati molto più cordialmente et solicitamente li facti nostri che non faressemo (a) se gli fussemo personalmente nuy medesmi, le quale cose nostre perhò dovete e possete (b) reputare essere della sacra mayestà del serenissimo Re de Franza et vostre, como le altre cose vostre proprie. Appresso semo certi el dicto Petro haverà dicto alla magnificentia vostra dellalittera gli ha scripto el signore Guilielmo mò ultimatamente, per la quale varia molto grandemente dal proposito in lo quale era restato prima con lo dicto Petro. Per la qualcosa nuy gli scrivimo che, per conditione alcuna, non se impazi né intrometti più con el dicto signore Guilielmo, quando bene luy el mandasse ad rechiedere, ma togli, muzi et togli viala pratica principiata, perché, como scripsemo alla magnificentia vostra per l'altra nostra lettera, nuy era(va)mo et semo de opinione che tucte queste pratiche che (c) va cercando et movendo el dicto signore Guilielmo le fa ad arte per demonstratione et affine per fare refreddare la magnificentia vostra et nuy a farli contra, et in questo modo lassare passare via el tempo et fare li facti suoy, perché da poy che luy non vole restare contento alle cose rasonate, quale sonno ad [
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luy utile et honorevole et secure et a nuy per lo contrario, semo despositi de non lassarli uno merlo de quello che tene occupato del nostro, né volerli a veruno modo darli denari per pagarlo del male ne ha facto, perché non dubitamo, con lo favore et subsidio ne dà la prefata mayestà del Re et con quello saperà fare la magnificentia vostra, de recuperare tucto el nostro et seremo remessi in pristino stato de tucte quelle terre che tenevamo quando la mayestà soa prese intelligentia cum la excelsa communità de Fiorenza e nuy, et fare recognoscere e pentire el dicto signore Guilielmo de questa soa superbia et arrogantia ch'el usa, perché, como havemo dicto de sopra, non dubitamo ch'el serà forza perdere non solo quello tene del nostro, ma delle altre loro cose che li rencrescerà più a perderle che non farà alassare et abandonare le nostre. Et niente de manco havemo perhò commisso al dicto Petro che, parendo et piacendo ad essa vostra magnificentia ch'el servi più uno modo che un altro in questa materia, ch'el segue la volontà et parere vostro, cossì como el nostro proprio, perché nuy deliberamo non venire ad accordio alcuno con el dicto signore Guilielmo, non ma secondo et como parerà alla magnificentia vostra. Ex castris nostris apud Lenum, die x octobris 1452.
Iohannes Antonius.
Iohannes.
(a) Segue se gli fossemo depennato.
(b) Segue pensare depennato.
(c) Segue luy depennato.