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804. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 ottobre 11 apud Lenum

Francesco Sforza risponde alla lettera dell'oratore ducale Sceva de Curte, precisando che a Guglielmo di Monferrato, per aver tolto Cassine ad Antonio Zoppi, gli è stata data una terra dello Zoppi in Monferrato; aggiunge di non aver avuto notizie di impiccagioni e squartamenti di Cassinesi. Lo rassicura di aver fatta buona accoglienza ai balestrieri genovesi, al loro capitano Antonio Biassa e a Gerolamo Chiavario, collaterale generale del doge. Dice di apprezzare il suggerimento dato al doge di scrivere a Guglielmo di Monferrato. Apprezza la speranza del doge che Sceva riesca a ricomporre le cose con Guglielmo.

[ 295v] Spectabili militi et doctori domino Seve de Curte, oratori nostro dilectissimo.
Havemo recevuto le vostre littere et inteso quanto per esse vostre de dì 29 del passato scriveti; ve respondemo, et primo, alla parte che diceti havere inteso el signore Guilielmo havere tolto la terra de Cassine ad Antonio Zoppo et preso luy, dicimo che non l'è vero; bene intendimo che per scontro de Cassine gli ha dato un'altra terra delle soe in Monferrà. De quelli homini de Cassine diceti ha facto impicare e squartare, non ne havimo sentito cosa alcuna.
Alla parte de fare grata accoglientia et bon vulto ad misser Antonio Biassa, capitaneo delli balestreri mandati dellà, et ad Ieronimo Chiavario, collaterale generale de quello illustre signore misser lo duxe, dicimo che l'havimo facto et cossì per l'avenire farimo aloro et alli balistreri tale tractamento che alla tornata soa non solum se contentarano ma se laudarano de nuy.
Alla parte che quello illustre duxe ha scripto al signore Guilielmo secondo el parere de quello magnifico ambassatore et di vuy, havemo inteso e non ve respondemo altro salvo che ne piace. Alla parte de Danielo, quale non è voluto andare là dove era ordinato ch'el andasse, dicimo che non se ne curamo perché ad ogni modo la seria spesa giutata via.
Alla parte della speranza haveti de recapizare la praticha con lo signore Guilielmo, alla quale praticha quello illustre misser lo duxe è molto ben disposito, dicimo che ne piace molto della soa bona dispositione; ben ve advisamo ch'el signore Guilielmo ha pocha volontà de condescendere a dicta praticha, ma havimo speranza in Dio de fare presto delle cose per le quale gli faremo venire voglia; et de questo et delle altre cose che forsi non s'eI crede. Data in castris nostris felicibus apud Lenum, die xi octobris 1452.
Marchus.
Cichus.