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818. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1452 ottobre 14 apud Lenum

Francesco Sforza vuole che Giorgio de Annone, luogotenente di Alessandria, provveda, per un senso di umanità e giustizia, di stantie ad Alessandria le duecento persone che sono state scacciate da casa loro a Cassine e ridotte al Castellazzo. Scriverà, inoltre, al referendario di far loro avere per un mese pane e vino.

[ 301r] Spectabili viro Georgio de Annono, locontenente Alexandrie, nostro dilecto.
Como tu say sonno reducti ducento homini de quelli de Cassine al Castelazo, quali, perché sonno pur stati (a) deschazati de casaloro per essere nostri servitori, ne pare sia cosa de humanità et iustitia usargli qualche benignata et farli qualche bon tractamento finché a Dio piacerà che porrano repatriare et stare a casa soa, et che cognoscano non gli vogliamo abandonare in questi bisogni. Il perché havemo deliberato farli provedere de stantie in quella nostra città dove possano habitare et stare con le persone loro, secondo che ne hanno facto rechiedere. Et pertanto volemo debii, recevuta questa, provederli delle dicte stantie per ducento persone, dove meglio et più commodamente te parerà che possano stare, et con manco disconzo de quelli nostri citadini, avisandote che nuy scrivemo al referendario nostro lì gli debbia provedere per uno mese per ducento persone de pane e vino. Siché provederali tu delle stantie quanto più presto poray. Ex nostris felicibus castris apud Lenum, die xiiii octobris 1452.
Iacobus Rivoltella.
Iohannes.


(a) Segue dechiezati depennato.