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835. Francesco Sforza Pietro da Pusterla 1452 ottobre 16 apud Lenum

Francesco Sforza loda Pietro da Pusterla per quanto ha riferito al Balivo, che vuole solleciti ad assumere l'impresa con quelli di Solerio e di Corgniento. Lo esorta ad agire finchè il tempo è propizio, condividendo così dei vantaggi che derivano dagli aiuti del re di Francia. Quanto ai chiarimenti che Pietro gli chiede per venire a una conclusione con Guglielmo di Monferrato, osserva che avrebbe dovuto essergli evidente che l'intenzione ducale è di non curare quanto dice Guglielmo e attenersi al parere del Balivo, ricordandogli le offerte fatte a Guglielmo. Il duca vuole che Pietro tenga presente il duplice comportamento di Guglielmo: quel che dice a lui è esattamente il contrario di quel che scrive a Genova, in Francia e a suo fratello. Riferisca a Guglielmo quanto gli ha esposto e non venga con lui a nessuna conclusione.

[ 306v] Spectabili viro Petro de Pusterla, aulico nostro dilectissimo.
Heri sera, ad hore xxiiii, (a) per lo tuo messo recevessemo le toe lettere de dì xi e xii del presente, et per quelle restamo advisati delle occorrentie et conditione de quelle parte. Et, respondendoti alle parte necessarie, te dicimo ch'el ne piace quanto per nostra parte hay referito al magnifico Baylì, et de tucto te commendiamo, carricandoti de novo che tu vogli confortarlo et pregarlo ch'el voglia pigliare la impresa insieme cum quelli altri de Solerio et Corgniento. La quale impresa, secondo ne dice Zohannematheo, pò pigliare habilmente tanto per respecto alle cose de Astesana, perché sempre gli sarà propinquo, quanto per lo facto del coperto et strami. Siché, perdio, el voglia prosequire a fare qualche cosa, finch'el tempo ne serve, per honore della magnificentia soa et nostro, et perché gli favori della mayestà del re de Franza parano più fructuosi et notorii a cadauno quali ne presta, como siamo certi che è la volontà della mayestà soa. Appresso, alla parte che tu domandi essere chiarito da nuy de alcune particularità per potere venire alla conclusione con el signore Guilielmo, te dicimo che haveray havuto le nostre lettere de dì x del presente per le quale seray restato chiaro che la nostra intentione non è de andare dreto più alle parole et frascharie del signore Guilielmo, et che volevamo togliesse via ogni pratica, et che in ciò non fecesse non ma quanto fosse de parere et piacere del prefato magnifico Baylì con el quale volevamo conferisse ogni cosa. Et perché intendi bene l'animo et intentione nostra circa queste pratica, de novo per questa te dicemo che le offerte et conclusione, alle quale fin qui semo restati contenti de fare cum el dicto signore Guilielmo per venire al'accordio cum luy, zoè de fare tregua per termine de sey mesi et de dargli iii mila ducali el mese de provisione, et cetera, le facevamo a fine de poderne valere de quelle gente d'arme a questa impresa, credendo che luy dicesse da bon senno et venesse presto alle conclusione. Ma veduto che luy ha tenuto questa pratica in longo, solamente cum parole senza effecto veruno in questo ponto che semo venuti ne l'inverno, ad nuy pare ch'el sia più utile al facto nostro ch'el se seguala impresa ad acquistare le terre nostre perdute de Alexandrina et a damnificare per ogni canto el paese del marchese de Monferrà [ 307r] et del dicto signore Guilielmo, che a fare l'accordio nel modo raxonato, perché concludasse, quando e como si voglia esso accordio, nuy non porremo più ormay adoperare nelle parte de qua quelle nostre gente in modo ne saria piutosto damno che utile, perché dellà haverano le stancie et la guerra. El dicto signore Guillielmo sta suso li avantagii et, parendoli trovare in nuy el terreno molle, extima che, quando altro non gli possa venire facto, queste conditione che gli sonno state offerte, non gli mancharano may. Il perché mò nuy semo de contraria opinione, che prima non gli vogliamo lassare uno merlo delle nostre terre ch'el tene occupate, né vogliamo pagarlo per haverne facto male per stare in tregua con nuy et tenirne el nostro, benché te avisamo che una cosa ha dicto a ti circalo accordio et un'altra contraria ha scripta a Zenova, in Franza, al fratello, et per tucto, credendo cum queste fictione temporizare e fare li facti suoy, ma tucti li pensieri non reuscano. Siché adonche farali intendere cum honesto modo quanto havimo dicto et vogli sforzarte intendere la volontà soa circa ciò. Et de tucto quello haveray, ne advisaray senza venire a conclusione alcuna cum luy. Volemo bene d'ogni cosa conferischi et comunichi con el prefato magnifico Baylì, secondo per le altre nostre te havimo scripto, avisandone poy d'ogni suo parere. Nuy expectamo sentire da ti quello te haverà referito el magistro Vase; non te chiaremo altramente de quelli dubii havevi per venire alle conclusione con esso signore Guilielmo, perché, como tu vedi, non è necessario. Data in felicibus castris (b) nostris apud Lenum, die xvi octobris 1452.
Iohannes.
Zohannes.


(a) Segue per le toe depennato.
(b) Segue duc depennato.