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838. Francesco Sforza al podestà e agli uomini di Sezzadio 1452 ottobre 18 apud Lenum

Francesco Sforza ordina al podestà e agli uomini di Sezzadio che, senza menarlo allalonga et per parole diano a Franceschino, che mandarono al campo come guastatore, il suo salario, perché anche lì servì bene et fece suo devere.

Prudentibus viris dilectis nostris potestati et hominibus Sepzadii
Franceschino, quale mandaste in campo per guastatore, secondo ve era taxato, è venuto qua et fatoce dire como non pò consequire el resto del suo salario, né havere da vuy quanto gli promettesti pagare. Et perché luy stete in campo el debito tempo, et servì bene et fece suo devere, ne pare debita cosa debia havere (a) el suo servito et pagarlo secondo prometteste pagarlo. Et cossi volemo faciate et fate per modo non bisogni ve scriviamo più de ciò, né replicamo altramente. Et ti, potestà, faray, siché esso Franceschino senza essere menato allalonga et per parole, habbia quanto dè havere, integramente senza più scriverte de questo et non ne habiamo più querela. Ex nostris felicibus castris apud Lenum, die xviii octobris 1452.
Facinus.
Cichus.


(a) Segue el depennato.