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846. Francesco Sforza al Consiglio citra montes del duca di Savoia 1452 ottobre 20 apud Calvisanum

Francesco Sforza risponde ai membri del Consiglio citra montes del duca di Savoia dichiarando che il desiderio del loro duca di bene vivere e vicinare corrisponde a quella che è stata, è e sarà la sua intenzione. Quanto all'affermazione che la cattura del prete Angelino e di suo fratello, il rilievo che essi sono sudditi sabaudi e che sono stati presi su territorio del medesimo duca, osserva che il caso è stato rimesso al Consiglio segreto di Milano che lo vaglierà e assicura la liberazione dei due soggetti, garantendo che sempre così saranno ben trattati i sudditi sabaudi.

Magnificis et spectabilibus amicis nostris carissimis dominis de Consilio, illustri et excellenti fratris et consanguinei nostri honorandissimi domini ducis Sabaudie citra montes, et cetera.
Havemo recevuto una vostralettera et inteso quanto ne scriveti della bona volontà et dispositione del vostro illustre signore duca de volere bene vivere e vicinare cum nuy et nostri subditi, et cossì ancora havemo inteso quanto scriveti della presa de prete Angelino et de suo fratello, quaIi diceti sonno homini del illustre signore duca de Savoya et pigliati suso lo suo territorio, et cetera. Respondemo alla prima parte del ben vivere e vicinare insieme, che ne piace, et cossì è stata, et è et sarà nostra intentione et volontà de fare dal canto nostro cum lo prefato vostro illustre signore duca et cum li suoy subditi, como haveti possuto videre et videte per effecto. Alla parte della presa delli predicti prete Angelino et suo fratello, quali diceti esse(re) homini del prelibato illustre signor duca, dicemo che nuy havemo commesso questa causa al Conselio nostro (a) secreto [ 311r] in Milano, che debbia intendere e videre se li predicti sonno (b) homini et subditi della signoria soa et che siano stati pigliati suso lo suo terreno, como ne scriveti. Vogliamo, et cossi è nostra intentione, che siano immediate liberamente relaxati, certificandove che non altramente, li subditi del prelibato illustre signore duca seranno sempre ben veduti et trattati delli nostri, como se fossero li nostri proprii, allo quale portiamo quello honore et amore quanto a nostro honorevole et maiore padre e fratello proprio. Data in castris nostris felicibus apud Calvisanum, die xx octobris 1452.
Zanninus.
Cichus.


(a) nostro in interlinea.
(b) sonno in interlinea.