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849. Francesco Sforza al vescovo di Novara 1452 ottobre 18 apud Lenum

Francesco Sforza fa presente al vescovo di Novara che tra gli amici e benevoli che ha a Genova annovera Andrea Benegasio, dimostratosi sempre alui benevolo. Egli fa parte dei sedici della guerra, cui spetta concedergli un sussidio di un buon gruzzzolo di danari, di cui ha estremo bisogno, motivo per cui vorrebbe fare ad Andrea una cosa dalui fortemente desiderata e gratissima. Saputo che il novarese Bartolomeo dalla Porta è canonico della chiesa maggiore di Genova, detto Andrea desidererebbe che Bartolomeo rinunciasse a detto canonicato in favore di un suo figlio di nome Battista, promettendogli in compenso una pensione annuale di venticinque ducati. Ciò posto, il duca chiede al vescovo di fare pressioni su detto Bartolomeo per tale cessione, di cui darà comunicazione a Sceva de Curte, oratore ducale a Genova.

[ 311v] Domino episcopo Novarie.
Frali altri nostri devoti amici et benivoli, che nui havimo ad Zenoa, gli havimo per lo principale lo spectabile doctore messer Andrea Benegasio, lo quale in cadauna nostra facenda se deporta non como amico, ma como bono fratello, et presertim, siando lui deputato là per uno delli xvi dela guerra et tractandose là de dare ad nui per adiuto et subsidio bona summa de dinari in questo nostro instante et extremo bisogno et necessità, fa cum effecto in favore et beneficio nostro, como faressimo nuy stessi et taliter ch'el ne pare quodammodo esserli assai obligati. Et per questa casone, como affectionatissimo che lui è ad nui semper, se sforzaressimo de fargli cosa grata et accepta quanto ad vero amico che habiamo et haviremo. Havendo nui notitia ch'el venerabile messer Bartholomeo dala Porta, nostro cittadino de Novara et canonico in la chiesa magiore de Zenoa, ch'à el canonicato in essa chiesa, el prefato messer Andrea desiderava ch'el dicto messer Bartholomeo lo renunciasse ad uno suo figliolo, chiamato Baptista, promectendogli lui una pensione annuale di xxv ducati. Pertanto ve pregamo et confortamo che vui vogli(ati) in questo facto interponerve et tener tucti quelli honesti modi che ve piaceranno che esso messer Bartholomeo condescenda ad questa nostra domanda in lo modo che havimo dicto, certificandolo che per una volta non ne poria fare cosa che più grata et accepta ne fosse. Et de quello che exeguireti in questo facto ne intendereti cum messer Sceva da Corte, nostro oratore in Zenoa. Apud Lenum, die xviii octobris 1452.
Persanctes.
Cichus.