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853. Francesco Sforza a Niccolò Soderini 1452 ottobre 22 apud Calvisanum

Francesco Sforza loda Niccolò Soderini, oratore fiorentino a Genova, per il suo impegno per l'accordo tra il doge e Giovanni Filippo Fieschi.Si dice informato di quanto lui (Soderini) ha scritto a Cosimo e si dice sicuro che il doge e i cittadini genovesi sianno remasti ben chiari ... delle cose de Franza. Prende atto dei modi con cui Giovanni Ferruffini scrive al doge e glielo farà rilevare. Avranno, comunque, poi compreso quanto ha scritto a Sceva e quello che ha riferito là Bartolomeo da Levanto, oratore genovese. Il 19 corrente mese si è sistemato a Calvisano, mentre i nemici si sono spostati a Ghedi, da dove spera di poterli far sloggiare.

Magnifico tanquam fratri nostro carissimo Nicolao Soderino, oratori Florentino Ianue.
Havimo inteso quanto ne haveti scripto per la vostra de dì x del presente delle cose de Zenova et del'accordio seguito fra quello signore duxe et lohannefilippo; et del'opera che gli haveti facto, l'havimo havuto et havimo carissimo et acceptissimo et lodiamo e commendiamo grandemente la virtute, diligentia, opera et prudentia vostra et che habiati reducto quelle cose in quello bono essere che sonno.
De quanto haveti scripto al magnifico Cosmo remanimo avisati; nuy se rendiamo certi che quello signore duxe et magnifici citadini sianno remasti ben chiari et hedificati delle cose de Franza. Però non dicimo altro circa questa parte, se non che ve certificamo che havimo havuto carissimi li modi che haveti tenuti.
Delli modi che tene domino Iohanne Ferrofino in lo scrivere al signore duxe, havimo inteso quello che scriveti: nuy gli havimo scripto quanto bisogna.
[ 313v] Havimo inteso el caso ch'è stato facto là de quelle doe littere che scrivessemo altra volta, ma ve avisamo che le scrivessemo a fine che la brigata havesse casone de rescaldarse in altra forma che non havia facto per lo passato. Nondimeno havereti inteso puoy quanto havimo scripto ad misser Sceva, etiamdio quello che ha reportato là Bartholomeo delevant, oratore Zenovese; perhò non dicimo altro, se non che tenerimo sopra questo facto quelli modi che ne recordati.
Nuy ve havimo dato continua notitia delle cose de qua como sonno seguite. Al presente ve advisamo che alli xviiii del presente venessemo a Calvisano, lo quale è loco de grande importantia, in modo che li inimici ne facevano grandissimo caso e capitale, lo quale loco de Calvisano havimo havuto per accordio. Li inimici sonno andati a Ghedi quale, ultra che da se stesso sialuocho forte, attendano tuctavolte a fortificare più. Nuy siamo qui sulla campagna de Montechiaro. Attendimo se possimo cavare questoro de questi paduli dove, como credimo sapiati, sonno stati tucta questa estate, et continuamente gli havimo dato, e da canto e da costa, per cavarli de dicte paduli. Et se al presente non volerano ussire fuora alla campagna et volerano stare imbugati, como sonno stati fin qui, nuy attenderimo a fare delle altre cose che gli despiacerano et tucte tornaranno in nostro honore, exaltatione et utile, et alla giornata, como seguirà, ve ne farimo avisati. Data in castris nostris felicibus apud Calvisanum, die xxii octobris 1452.
Persanctes.
Cichus.