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861. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1452 ottobre 24 apud Calvisanum

Francesco Sforza accusa a Giorgio de Annone ricevuta delle sue lettere e si dice sorpreso per l'andata del Baylì al Castellazzo senza l'intenzione di campeggiarvi, incrementando il malcontento che serpeggia tra la gente. Lo Sforza sarebbe stato più contento che non si fosse mosso da dov'era. Esorta Giorgio a convincere il Balivo a voler far qualcosa mentre il tempo lo asseconda, il che gioverebbe alui e allo Sforza. Ha inteso della vicenda di Pozolo, che, a suo dire, si potrebbe risolvere facilmente in due giorni e, perciò, invita Giorgio a sollecitare il Balivo ad intervenirvi. Si dice dispiaciuto per la morte di Giovanni Ferruffini, di cui ignorava persino la malattia. Di quanto fa Guglielmo di Monferrato, li considera accorgimenti di chi se vede essere conducto al'extremo et che non ha altro remedio al facto suo. Gli richiama la posizione in cui si trova e gli rammenta i quattro castelli che lui ha: Carpenedolo, Acquafredda, Visano e Remedello, mentre i nemici ancora si celano tra le paludi.

Spectabili viro Georgio de Annono, locontenenti Alexandrie, dilectissimo nostro.
Havimo recevuto toe littere de dì 18, 19 et 20 del presente, et, respondendo alle parte principale, et primo, della venuta del magnifico Baylì al Castellatio et ch'el non delibera de campegiare et che li suoy domandano de vivere et che per questo li homini del Castellatio se retrovino malcontenti, et cetera, dicemo che nuy siamo certi ch'el è como tu scrivi, et per certo non sapimo che sia stato casone della venuta soalì, non vogliando luy campegiare, la quale se pò dire che serà la consumptione de quelli nostri homini et ponerli in desperatione. Et, quanto per nuy, sarissimo stati molto più contenti che luy fosse stato là dove s'è levato adesso che essere venuto al Castellatio, como è venuto, perché stando cossì se darà piutosto favore e reputatione al'inimico che se faza fructo alcuno al facto nostro, et (a) serà molto più faticha a revocarlo dellì che non è stato ad condurglilo. Como se sia, possa che la cosa è cossì per non venire al pegio, volimo che vogli fare confortare el prefato Baylì cum tucti quelli boni [ 317v] et honesti modi che te parerano, ch'el voglia vedere adesso che è il tempo bono de fare qualche cosa, inanzi ch'el tempo se venga a guastare, insiemi cum quelli altri nostri che sonno dellà, como siamo certi se pò ben fare, che retornarà a nuy grande acconcio e commodo alla magnificentia soa, honore e reputatione, et al'inimico grande desfavore, siché in questo usaray ogni cura et solicitudine, perché tu vedi quanto quelle cose dellà importano al facto nostro. Havimo havuto adviso dalli nostri officiali de Tertona del facto de Pozolo, ch'el se ritrova al presente in termino che chi andasse là cum parechi cavalli et con li homini del paese, se haverà facilmente in duy dì, perhò confortaray el Baylì ch'el vadalà cum quelle gente, perché siamo certi che se haverà subito. Et in questo facto dal canto tuo non mancaray in cosa alcuna, et non parendoti factibile el facto de Pozolo, porray proponerli delli altri lochi, quali te paresseno più habili ad obtenere, et per toalittera ne advisaray como haveray seguito.
Circalo facto del strame per quelli soldati non te facemo al presente altra resposta, perché tu vedi bene questa è cosa che rechiede bono et maturo pensiero suso, siché per un'altra te darimo chiara resposta della intentione nostra.
Della fuga del nepote de Guilielmo Ghirindello, et cetera, remanimo advisati et siamo certi che è stato per diffecto e negligentia de Spicha, li modi del quale havimo bene intesi, et non volimo circa ciò dire altro se non che subito gli provederimo, in questo mezo gli haveray (b) ti quella advertentia che te parerà bisognare.
La morte de domino Zohanne Feroffino havimo intesa, la quale a nuy è molto despiaciuta, et per certo nuy se maravegliamo che non habiamo inteso may cosa alcuna della malatia soa.
Delli falodii et fama che ha tracto lo signore Guilielmo dal canto dellà, remanimo advisati, ma luy fa como quello che se vede essere conducto al'extremo et che non ha altro remedio al facto suo se non adiutarse cum arte et con bosie, como faluy, ché, (c) te certificamo, la cosa è molto varia da quello che esso dice, perché te advisamo che, da poy che se levassemo daleno cum tucto lo nostro exercito venessemo a Calvisano, quale havessemo [ 318r] subito per accordio, et è locho del quale li inimici facivano grandissimo caso et capitale, perché è uno delli più importanti lochi de Bressana, per lo quale nuy havemo lo transito libero et expedito fino al Menzo, et in questo medesimo allogiamento havimo havuti quattro altri castelli, cioè Carpenetolo, Romadello, Visano et Aquafredda. Li inimici sonno a Ghedi, quale, ultra che da se stesso sialocho fortissimo, attendono a fortificarlo più. Nuy siamo qui in la campagna de Montechiaro. Attendimo se possimo cavare costoro delli paduli, como sonno stati tucta questa estate per apizarne cum loro, et se volerano stare imbugati, como sonno stati fin qui, vederimo de fare quelle altre cose che ne retornarano in honore, exaltatione et utille. Et del tucto seray avisato alla giornata. Data in castris apud Calvisanum, die xxiiii octobris 1452.
Persanctes.
Iohannes.


(a) Segue se farà depennato.
(b) Segue vuy depennato.
(c) Segue ve depennato.