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862. Francesco Sforza Biagio Assereto Visconti 1452 ottobre 25 apud Calvisanum

Francesco Sforza conferma al milite Biagio Assereto Visconti di aver saputo dalla sua corrispondenza del diluvio d'acqua avuto, della rottura del ponte, delle scorrerie nemiche, del poco favore che incontra presso gli officiali di Tortona e della sua richiesta di cento ducati per rifare il ponte. La spesa delle genti d'arme è talmente proibitiva per cui il duca non può che promettere braccia di uomini per quella ricostruzione; in merito scriverà agli officiali di Tortona che gli mandino uomini. Dal suo fronte gli manda parole, come di consueto, ricche di un fracco di speranze di sentire cose che gli piaceranno.

Spectabili militi domino Blaxio de Axereto de Vicecomitibus dilectissimo nostro.
Habiamo recevuto le vostre littere de dì iii, viiii et xii del presente et inteso quanto ne haveti scripto, cossì del diluvio del'aqua, della roptura del ponte, delle correrie de inimici et del pocho favore haveti dalli officiali nostri da Terdona. Ne restiamo integramente del tucto advisati et non ne accade dire altro, salvo che, dove ne rechiedeti cento ducati per fare refare dicto ponte, dicimo che per la intolerabile spesa et graveza quale havimo adesso delle gente d'arme nostre, andamo cercando de impegnare il nostro per havere denaro per supplire al loro bisogno, quo fit che de presenti non ve possiamo subvenire de dicti denari, ma ve avisamo como vi farimo ben (a) dare quello adiuto de homini che vi sarà necessario, perché podereti fare reparare dicto ponte. Et cossì ne scrivemo alli officiali nostri de Terdona che vi provedano de homini, et siamo certi che in quello et in ogni altra cosaloro haverano bona intelligentia cum vuy et farano tucto quello che per vuy gli serà recordato concernente la salute e conservatione de quelle nostre parte, siché ve recordiamo a volerve bene intendere cum loro per modo che le cose nostre passano bene. Delle cose nostre de qua vi advisamo como nuy siamo venuti [ 318v] qui a Calvisano et l'havimo havuto et alcuni altri lochi, li quali molto se affanno per lo facto nostro et che grandemente sonno in desfavore alli nostri inimici. Et speramo, fra pochi dì, fare altri progressi che alli dicti inimici ne seguirà grande mancamento et desfavore alle cose loro, siché confortative et dative de bona voglia, perché infalanter vi farimo sentire novelle che vi piacerano. Data in castris nostris felicibus apud Calvisanum, die xxv octobris 1452.
Bonifacius.
Cichus.


(a) ben in interlinea.