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865. Francesco Sforza a Sfoglioso 1452 ottobre 25 apud Calvisanum

Francesco Sforza rimprovera l'armigero ducale Sfoglioso, che ha dato motivo al duca di Savoia di lamentarsi perché alcuni suoi sudditi sono stati presi e derubati delle mercanzie che su muli trasferivano dalla Savoia a Tudino. Siccome il Savoia vuole buoni rapporti di vicinato, lo Sforza impone allo Sfoglioso, di liberare i prigionieri e di restituire le merci, ricuperandole da quelli con cui le ha spartite, dando dimostrazione, in tal modo, che anche dai sudditi sforzeschi v'è volontà di ben vicinare.

Strenuo viro Sfoyoso, nostro armigero dilecto.
Lo illustrissimo signore ducha de Savoya ne scrive querellandose grandemente di te, che tu hay pigliato alcuni soy subditi, quali conducevano alcune mercantie de Savoya a Tudino, et factoli presoni, et toltoli le soe mercantie et robbe, et tandem tracto como inimici; della qualcosa non pocho se maravegliamo. Imo dolemo perché non daresti presumere commettere tali excessi, né manchamenti, quali a nuy sonno molto exosi, maxime verso quelli del prefato ducha, col quale nuy intendemo ben vicinare et tractare bene li subditi suoy, como li nostri medesmi, perché, viceversa, la soa signoria intende fare cossì verso nuy et verso li nostri homini et subditi. Per el che, volendo nuy fare intendere expressamente il prefato signore che cossì è la nostra dispositione e volontà, ti commandiamo che, recevute questa, subito, per quanto hay carala gratia nostra, debbi non solamente relaxare l'homini presi, ma etiandio restituire ogni robba tolta integramente, siché non gli manchi uno pontale de strengha. Et perché per una toalittera, quale hay scripta a Zorzo da Annono, havemo inteso che le robbe che erano suxo li mulli sonno divese frali toy compagni, ti dicimo, a questa parte, che faci atrovare le dicte robbe integramente, nel modo e forma che più non habiamo ad [ 319v] sentire novella, altramente faray cosa che a nuy rencrescerà molto, per el che ne daray ad intendere che se troviamo malcontenti de te. Ex felicibus castris ducalibus apud Calvisanum, die xxv octobris 1452.
Bonifacius.
Cichus.