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866. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 ottobre 26 apud Calvisanum

Francesco Sforza risponde a Sceva de Curte, oratore ducale presso il doge di Genova, che i ventimila ducati, li vorrebbe avere come sovvenzione, ma si dice disposto, pur di ottenerli e considerato il suo infinito bisogno, di prenderli a mutuo, ripiego, questo, che deve curare di non pubblicizzare. Gli trasmette la ratifica dell'accordo Doge-GiovanniFilippo Fieschi per gli adempimenti che si devono fare. Non si preoccupi per aver scritto centomila, anziché trecentomila lire, perché nella lettera in cifra era stata riportata esattamente la cifra. Vuole che ringrazi Gerolamo Chiavaro per le espressione avute in favore del duca. Come già dovrebbe sapere, ha scritto al vescovo di Novara per la faccenda che preme ad Andrea Benegasio. Assicuri Brancaleone Lercaro che ha scritto ai Mestri delle entrate che provvedano in ogni modo a che egli abbia quanto gli tocca. Dica pure a Ottaviano Vivaldo che lui, duca, farà volentieri quel che deve.Ha preso nota dell'andata a Roma di Gottardo, ma vorrebbe sapere che va a fare. Gli va che per Ognissanti si porti da lui con dieci o dodicimila ducati. Provveda che prima di partire tutte le cose siano in ordine in modo che si continui a far pressione per avere il resto del denaro.Gli fa sapere che è a Calvisano, località importante che gli consente transito libero e veloce fino al Menzo, e che ha anche quattro castelli: Carpenedolo, Romadello, Visano e Malpaga, mentre i nemici se ne stanno riparati tra le paludi.

Spectabili militi et iuris utriusque doctori domino Sceve de Curte, oratori nostro dilectissimo apud illustrem dominum ducem Ianuensem.
Havimo recevuto vostre littere de xv e xx del presente, et inteso quanto ne haveti scripto, respondimo alle parte necessarie, et primo, circa quanto diceti del facto delli xxv mila ducati, dicimo faciati dal canto vostro tucto quello ve è possibile et usategli ogni studio e diligentia che habiamo questi xxv mila ducati per via de subventione; pur quando al fine non possesti fare altro, volimo che li acceptati per vie de mutuo et per posserli acceptare in nostro nome, ve mandiamo qui alligatala procura in expediente forma. Ma non volimo che la palesati, né che de essa faciate mentione cum niuno, se non quando vedareti al fine de non posserer fare altro che togliere li dicti denari mutuo, como havimo dicto, benché credimo non bisognerà, perché quelli magnifici citadini ne faranno dare questi denari in subventione, como è stato rasonato.
Ve mandiamo ancora qui alligatala ratificatione per lo accordio fralo illustre signore domino lo duxe et lo magnifico rnisser Zohannefilippo del Fiesco; siché exequireti quello che resta dal canto nostro.
Ch'el prefato signore duxe habbia havuto grande piacere dellalittera che gli havimo scripto, ne siamo molto contenti; et in questo non volimo dire altro perché ne havimo scripto tanto, che ne pare superfluo replicare altro.
Della excusa che faceti de non havere scripto a nuy se non delle c milalibre imperiali, ve avisamo che nuy havemo facto revedere la vostra lettera in zifra et molto bene; [ 320r] tamen troviamo che vuy ne haveti scripto delle ccc milalibre; siché forse porria essere che haveresti havuto errore in lo scrivere vostro.
Havimo havuto piacere che Hyeronimo Chiavaro habbia dicto là quello che l'ha dicto in nostro favore et adiuto. Volimo che lo rengratiati per nostra parte, chiarendoli che li modi luy ha tenuti ne sonno molto piaciuti, et quando ne accederà, se adaptarimo de fargli cosa che gli sia grata.
Circalo facto de misser Andrea Benegasio, como per altre nostre ve havimo scripto, nuy per doe nostre littere, ne havimo dato piena notitia al reverendo monsignore vescovo de Novara et gli havimo scripto in modo che siamo certi che la cosa se redurà a bono effecto.
De quanto ve ha dicto Branchaleone Lercaro remanimo advisati, et non accade dire altro, se non che ve advisamo che nuy havemo scripto strectamente alli nostri Magistri del'intrate che tengano ogni modo e via che gli pare che al dicto Branchaleone non sia impedita quella soa assignatione, ma che lalassino correre, siché luy habbia suo devere, como è la intentione nostra.
Similiter dicimo del facto de Octaviano Vivaldo che vuy ne advisati, quello che gli havimo da fare dal canto nostro, che lo farimo volentera.
Del'andata de Gottardo a Roma remanimo advisati. Vogliati ben intendere la casone della soa andata et avisarne chiaramente.
La speranza che vuy ne date de essere da nuy inanze questa Ogni Sancti cum x milia o xii milia ducati ne piace molto, ma più ne piacerà assay che la speranza sortischalo effecto, in il che ve carricamo et stringemo quanto sapimo e possimo, et che, dal canto vostro gli usati ogni solicitudine et diligentia, consyderato lo nostro extremo bisogno et necessità, secondo che per altre nostre ve havimo scripto. Ma vedati, prima che vuy ve partati dellà, lassare le cose ordinate in modo che nella absentia vostra non se perda tempo al resto del denaro, ymo che se gli facia tucto quello sia possibile.
Delle novelle de qua per altra nostra ve havimo scripto accompimento, como siamo certi che, alla recevuta de questa havereti veduto, da poy è succeduto che, ultra che havimo havuto Calvisano, loco de grandissima importantia per lo quale nuy venimo ad havere lo transito libero et expedito fin al Menzo, havimo [ 320v] quattro altri castelli, cioè Carpenetolo, Romadello, Visano e Malpagha. Li inimici sonno pur a Ghedi, dove se fortificano quanto possono; nuy siamo cum lo nostro exercito in la campagna de Montechiaro. Attendimo pur se possimo cavare costoro delli paduli, dove sonno stati imbugati tucta questa estate, per apizarne cum loro; et quando non vogliano ussire fuora, attenderimo a fare delle cose che ve piacerano. Ex castris nostris felicibus apud Calvisanum, die xxvi octobris 1452.
Persanctes.
Cichus.