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873. Francesco Sforza ad Amico e Zanardo 1452 ottobre 27 apud Calvisanum

Francesco Sforza comunica ad Amico e Zanardo dei marchesi di Incisa, di aver inteso con vivo piacere da Francesco Gatto, podestà di Incisa, come ottimamente si sono comportati in tutto ciò che ritorna a onore e bene delle cose sforzesche. Spera di ricuperare dai nemici non solo i loro castelli, ma di privarli pure dei loro stessi beni e riportare tutto in bono et quieto stato.

Spectabilibus viris dominis Amico et Zanardo, ex marchionibus Incise nostris dilectissimis.
Per domino Francesco Gatto, vostro potestate de Incisa, habiamo inteso quanto affectionatamente ve setti deportati et benissimamente in quelle cose nostre dellà, concernente l'honore, il bene et la conservatione [ 322v] del stato nostro, non altramente che se fossero state vostre medesme, quali ve podeti reputare, perché la conservatione delle cose nostre è pur delle vostre medesme, el che havimo havuto molto caro intenderlo. Et benché non habiamo havuto cosa nova di vuy, perché sempre havessemo tale bono concepto de vuy, nondimeno ve ne rengratiamo e commendiamo quanto più possemo, confortandove a perseverare in quella medesma dispositione verso nuy et le cose nostre, perché vi ne reusirà honore e bene, avisandove e certificandove che, con la gratia de Dio, nuy spontarimo per tale modo li inimici nostri che, non solum recuperarimo le vostre castelle perdute dal canto dellà, ma etiandio acquistarimo delle soe, et renderemo le cose vostre in bono et quieto stato per modo che sempre remaneriti contenti de nuy, como sopra ciò più pienamente ve dirà il dicto potestate per parte nostra, al quale credereti quanto a nuy medesmi. Data in felicibus castris nostris (a) apud Calvisanum, die xxvii octobris 1452.
Bonifacius.
Cichus.


(a) nostris in interlinea su ducalibus depennato.