Registro n. 13 precedente | 876 di 1330 | successivo

877. Francesco Sforza a Giovanni da Sanseverino 1452 ottobre 27 apud Calvisanum

Francesco Sforza dice a Giovanni da Sanseverino, condottiero ducale, di aver sentito con soddisfazione da Francesco Gatto, podestà di Incisa, elogiare il suo attaccamento allo stato sforzesco. Auspica che egli perseveri in questi suoi sentimenti. Concorda con lui che le cose su quel fronte procedono troppo lentamente. Purtroppo il Balivo non è in aptitudine de campezare e, perciò, lo spronino a fare scorrerie nel territorio di Guglielmo di Monferrato, in modo da fargli danni almeno in questo modo. Gli fa sapere che dal re di Francia sono andati i fiorentini Angelo Acciaioli e Francesco Ventura, mentre lui ha inviato Giorgio Del Maino.

Spectabili et strenuo viro Iohanni de Sanctoseverino, armorum, et cetera, nostro amico carissimo.
Per misser Francesco Gatto, potestate della terra de Incisa, quale è venuto qua da nuy in campo, havimo inteso quanto affectuosamente ve setti deportato nelle cose nostre dellà et quanto ve setti 323v dimonstrato caldo e propitio in tucte le cose concernente l'honore et bene del stato nostro, la qualcosa havimo intesa molto volontera. Et benché a nuy non sia cosa nova, perché havessemo sempre optimo et firmo concepto de vuy verso nuy, nondimeno vi ne rengratiamo et commendiamo, confortandove ad perseverare continuamente per l'avenire in questa vostra dispositione et volontate verso nuy et le cose nostre, como siamo certi fareti, perché finalmente da nuy ne reportareti honore e bene, commendatione e laude, offerendosi nuy sempre apparechiati a qualunque cosa a vuy grata. Ceterum, respondendo alla parte che ne scriviti per la vostra che, se non faciamo fare altra provisione, che le cose nostre dellà andarano lente, vi dicimo che cossì è il vero, ma ve advisamo che presto gli metteremo tale provisione che le predicte cose nostre andarano meglio, ma dicimo bene cossì, dapoy ch'el magnifico Baylì non è in aptitudine de campezare, che lo vogliate confortare a far fare delle correrie, et cossì vuy cum li vostri, nel terreno del signore Guilielmo; siché non facendose per uno modo, se gli venga a fare danno per un altro. Alla parte de ambassatori della mayestate del Re, dicimo che siamo certi havereti inteso et fore visto che sonno andati misser Angelo Azayolo et Francesco Ventura, et cossì domino Zorzo del Mayno; siché a questa parte non accade dire altro. Ex felicibus castris nostris apud Calvisanum, die xxvii octobris 1452.
Bonifacius.
Cichus.