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882. Francesco Sforza a Pietro Campofregoso 1452 ottobre 31 apud Calvisanum

Francesco Sforza ringrazia Pietro Campofregoso, doge di Genova, per le attestazioni di amore, cura e diligenza dalui dimostrate per le vicende sforzesche. La volontà del duca è di tenerlo continuamente per bono e cordialissimo fratello, curando di aver sempre sollecitudine per le cose dogali, dolendosi ancora che, nel passato, non si sia stati capaci dai suoi uomini di palesargliela.

Illustri domino tanquam fratri nostro carissimo domino Petro de Campofregoso, Dei gratia, duci Ianuensi.
Havimo veduto quanto la signoria vostra ne ha scripto, per una de soa mane de xxiii del presente, del'amore, cura e diligentia che haveti in li facti nostri et le operatione che la signoria vostra ha facto cum effecto, della quale cosa non solamente rengratiamo la signoria vostra de bono cuore, anzi ne remanimo troppo aliegri e consolati, et ne rencresce troppo che sia proceduto lo diffecto donde si voglia non ve sia saputo, per li nostri, per lo passato, ben chiarire et dare ad intendere Ia bona intentione e dispositione nostra che è de haverve et volerve tenere (a) continuamente per bono e cordialissimo fratello, et delle cose della signoria vostra pigliarimo sempre non manco cura et solicitudine che delle nostre medesme, che cossì le reputiamo, como per più nostre havimo scripto alla signoria vostra. Nuy non porressimo extendere in dirve l'animo nostro, lo quale nuy desponimo monstrarvi cum effecto, et speramo la signoria vostra perseverarà in fare lo simile verso nuy, como ha facto fin qui. Non volimo per questa extenderse più ultra, perché da domino Sceva haverà inteso ogni cosa accompimento. Ex castris nostris apud Calvisanum, die ultimo octobris 1452.
Persanctes.
Cichus.


(a) In A volerve a margine e tenere corretto su tenerve.