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89. Francesco Sforza a Lancillotto da Parma 1452 gennaio 20 Lodi

Francesco Sforza scrive a Lancillotto da Parma di aver ricevuto le sue lettere e quelle di Balsarino, circa quel che gli dice di quelli della Valle di Ratti, di Lonate, Viguzzolo, Pozzolo, eccetera. Ne ha scritto opportunamente aludovico da Bologna, come dalui saprà e, sempre d'intesa con lui, cerchi di por fine al problema degli alloggiamenti. Che il podestà sialesto a imprigionare i soldati, lo rassicura che gli ha scritto di intervenire unicamente se essi hanno commesso qualche reato, e allora proceda con la partecipazione del duca e del Colleoni.

Lanzalocto de Parma.
Habiamo recevuto più toe littere cum le incluse de Balsarino, et inteso quello ne scrivi de quelli dela Valle di Ratti, de quelli dalonate, de Vigazolo, Pozolo, et cetera, ti dicemo che scrivimo opportunamente aludovico da Bologna circha il tuto, como daluy pienamente intenderay. Pertanto intendendote con luy, vedeti horamay de mettere fine a quelli lozamenti, siché più (a) non habiamo a sentire tanti rincresimenti. Alla parte che il podestà faza impresonare per ogni pocha cosa quelli soldati, ti dicemo, como per le nostre scrivimoli, che non se impaza d'essi soldati, salvo comittendo loro qualche excesso et difecto in la città; vogliamo che allora proceda contraloro con participatione nostra et del magnifico Bartholomeo, et gli faza quanto per esso li serà commisso. Data Laude, die xx ianuarii 1452.
Alla parte deli cavalli che non vole allozare il capitaneo da Cistegio, dicemo che non se ricordiamo que cavalli luy habia ad allozare oltra quelli 80, siché ne poderay avisare que cavalli sonno. Et nuy poy te responderimo.Data ut supra.
Cichus.


(a) più in interlinea.